Una lettera significativa di Primo Pistoni:Le patacche liutarie di ieri e di oggi, ma con internet il fenomeno diventa ancora più grave |
Caro Direttore, sono un liutaio cremonese e attraverso il giornale on -line, “il Vascello”, apprezzo che si sia portato alla conoscenza dei Suoi lettori, il fenomeno della vendita di strumenti ad arco sulle aste telematiche, e dei risvolti che sempre più spesso hanno nei confronti di molti liutai cremonesi.
Da almeno tre anni si segnalano casi di strumenti ad arco (violini e violoncelli in particolare), venduti a queste aste, con false etichette e falsi timbri a fuoco di noti liutai contemporanei.
Non che la cosa in sè scandalizzi più di tanto, considerando che già dalla seconda metà del XVIII° sec. si falsificavano gli strumenti
dei liutai cremonesi, diciamo che la pratica, per quanto odiosa, è entrata a far parte del"fardello” che la liuteria a Cremona si trascina da allora.
Dalla prima metà dell'ottocento in poi, dalla Francia dalla Germania, Ungheria, Cecoslovacchia(Boemia un tempo)e, ultima ma non l'ultima, dall'Inghilterra sono state prodotte imitazioni di strumenti cremonesi del 1700, a volte così somiglianti da diventare dei falsi storici, quasi a suggellare l'indiscussa leadership della liuteria italiana e cremonese in particolare, a fronte di una carenza di originalità di idee dei liutai al di fuori dell'Italia.
Questa prassi ha sempre reso molto bene in termini economici , in Francia e in Inghilterrra in particolare, dove il livello e la qualità delle imitazioni ha raggiunto l'apice.
A Parigi la bottega del liutaio J.B.Vuillaume e i suoi assistenti, ha prodotto migliaia di strumenti, alcuni dei quali di un livello molto vicino agli originali cremonesi , che comunque nel tempo hanno evidenziato la differenza della vernice e della preparazione del legno.
A Londra dal laboratorio dei F.lli Voller e dalla ditta Hill & Sons, sono uscite copie straordinarie di strumenti cremonesi,soprattutto copie di A.Stradivari; tanto da fare supporre a più di un esperto, che la “citazione” apparsa nel libro” A.Stradivari his life and work” (A.Stradivari la vita e le opere), pubblicato da W.E.Hill nel 1902 e riguardante un numero stimato di 1116 strumenti usciti dalla bottega del grande maestro negli oltre sessant'anni di attività, sia stato gonfiato ad arte , per inserire in questo numero anche i falsi, prodotti e certificati dagli stessi.
Per inciso il numero certo di strumenti conosciuti tutt'oggi attribuiti ad A.Stradivari è di 709 tra violini, viole, violoncelli e altro.
Naturalmente, tutti ci chiediamo che fine abbiano fatto gli altri 400 preziosi strumenti mancanti dall'ipotetico numero, stimato più di un secolo fa.
I conti non tornano perchè, se della bottega di Stradivari sono riusciti a conservare tutte le forme i disegni e parte delle attrezzature che in teoria, dovrebbero essere più deperibili, non si capisce come abbiano fatto a “sparire” così tanti strumenti che dovrebbero essere più conservabili...mah !!
E' evidente che la falsificazione degli strumenti cremonesi è sempre stata un affare appetitoso per commercianti,antiquari e liutai con pochi scrupoli.
Questo fenomeno si è naturalmente perpetuato nel tempo,e oggi si è perfezionato nella sua distribuzione, attraverso i mezzi di comunicazione che sono a disposizione delle persone standosene comodamente a casa.
Cosi è che le aste on-line così di moda, con un sito in particolare e molto pubblicizzato che vende di tutto, impervesano sul web e soprattutto in Italia e Germania, vendono strumenti ad arco a centinaia, e tra questi sempre più spesso, falsi di cremonesi contemporanei.
Gli strumenti, di fabbricazione ( è il termine più appropriato!) est-europea e dall'estremo oriente, sono di bassa o addirittura infima qualità, ai quali vengono applicate riproduzioni di etichette e timbri a fuoco con nomi e cognomi di liutai cremonesi.
C'è da dire che il prezzo posto come base d'asta, quasi sempre non supera euro 1,50, gli strumenti hanno un tempo di esposizione sul sito che si aggira in media sui 10 giorni; in questo lasso di tempo i rilanci dei vari utenti possono portare
il prezzo base a cifre di vendita nell'ordine di poche centinaia di euro, a fronte di alcune migliaia di un originale costruito a Cremona.
Voglio pensare che la maggior parte di chi compra strumenti a queste aste, sia consapevole che aquista una patacca, un pò come comprare un capo “griffato” dall'extracomunitario all'angolo della strada, ma dopo essere stato contattato personalmente da un aquirente di un falso mio violino dalla Germania e successivamente da altri tre, ho pensato di informare alcuni colleghi liutai con laboratorio in Germania, per avere più informazioni in merito.
Il fenomeno, ha interessato numerosi liutai cremonesi con i quali c'è un continuo aggiornamento della situazione, anche le associazioni di categoria e l'A.L.I.( associazione liutaria italiana), sono informate e seguono costantemente gli eventi anche per un eventuale sviluppo legale della faccenda, l'obiettivo è quello di individuare chi mette in vendita gli strumenti e impedirgli di proseguire.
E' sempre stato difficile tutelare la liuteria d'autore a Cremona, non so con precisione le cifre, ma ad ogni strumento originale corrisponde un tot numero di falsi , il mondo ne è pieno e la “merce” cattiva prima o poi emarginerà quella buona con questo andazzo; comunque, l’istituzione del marchio Cremona voluto dal Consorzio Liutai e Archettai, dovrebbe andare nella direzione giusta e per la generazione dei liutai che hanno iniziato adesso l’attività, sarà più facile essere tutelati in futuro.
Primo Pistoni
Maestro Liutaio Cremona
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Un commento de “Il Vascello”
A DS e Pizzetti, il ruolo di bandiera morale
L'avvocato milanese Luigi Vanni ha scritto al direttore de “Il Vascello” Antonio Leoni per incarico del signor Luciano Pizzetti, in relazione al contenuto dell'articolo ” I DS e la politica di destra e sinistra sono moralmente responsabili” apparso sulla pubblicazione multimediale ” Il Vascello”, in data 5 gennaio 2006.
Ecco le “precisazioni, al fine di una doverosa rettifica”.
1 - E' del tutto arbitrario, e gravemente diffamatorio nei confronti del signor Pizzetti, e nei confronti del partito che rappresenta, accostare tendenziosamente nell'articolo la tesi secondo la quale ” è in questo senso che la responsabilità degli strateghi di via Volturno, dei Pizzetti, ed in genere dei DS è grave”, con considerazioni apodittiche su un immaginario “sacco della città”, ” ovvero come ferma denuncia di una certa città politico-amministativa che da qualche decina d'anni si concede ai lanzichenecchi fornendo loro agevolazioni burocratiche e giustificazioni di comodo per fatti, comportamenti e affari che sul piano del rigore morale sono invece assolutamente ributtanti”.
L'accostamento tendenzioso, nel testo, del nome del signor Pizzetti, e della sigla del partito che rappresenta, trascende abbondantemente i limiti dell'esercizio lecito del diritto di critica politica, garantito dal principio costituzionale della libera manifestazione del pensiero, per trasmodare in denigrazione gratuita e puramente offensiva, evidentemente diretta a ledere la personale reputazione, oltre a quella del partito.
Affermo questo in quanto le affermazioni riportate sono , per la loro totale genericità, tali da poter ingenerare nel lettore perfino il sospetto che ad esse corrisponda qualcosa che possa in qualunque modo riguardare, appunto “concessioni ai lanzichenecchi” - corpo militare con il quale il signor Pizzetti non ha ovviamente intrattenuto rapporti di alcun genere - in relazione a “fatti, comportamenti e affari che sul piano del rigore morale sono invece assolutamente ributtanti”, per usare le sue parole.
2 - E' ragionevole ritenere, in base alla lettura del suo testo, che le vicende cui Lei ha fatto cripticamente riferimento riguardino altre persone. Infatti, Lei stesso, in apertura dell'articolo, premette doverosamente :” E' ben lontana da noi la volontà di affermare che i DS siano complici del caso Lazzarinetti- Bracchi ...
Coerentemente con la premessa che Lei stesso ha posto, Lei avrebbe dunque dovuto astenersi dal creare artificiosamente quel collegamento che invece ha presentato, tra soggetti inquisiti per fatti illeciti, connessi all'esercizio delle loro attività di curatori fallimentari, e persone che delle vicende dei due soggetti citati non potevano saper nulla, proprio perché estranee a quelle loro attività.
E' ovvio che nessuno, neppure il signor Pizzetti, avrebbe mai potuto immaginare che due professionisti, stimati anche in Tribunale, dove hanno ricevuto importanti incarichi come curatori fallimentari, potessero essere coinvolti in una indagine penale per fatti relativi all'esercizio delle loro funzioni.” ---- Sin qui le precisazioni richieste che pubblichiamo come è nostro costume e dovere. Ci sarebbe piaciuto di più , francamente, una lettera o una richiesta di intervista dello stesso Pizzetti dove dibattere sui temi qui affrontati. Ma non importa, anche se è difficile ammettere che i lettori ricordino esattamente l'andamento logico di un commento pubblicato tre mesi fa , un periodo lungo al quale si aggiungono i molti giorni che ho trascorso ben lontano da Cremona per troppo frequenti impegni di lavoro all'estero (e di questo mi dispiaccio, ma non potevo conoscere in Laos il testo di una lettera chiusa spedita personalmente dall'avv. Vanni al mio indirizzo cremonese).
Debbo infatti premettere che frasi anche fortemente polemiche assumono, nella completezza del testo, ben altra e spesso opposta valenza rispetto alla citazione di poche parole. Estrapolare delle frasi da un discorso logico può alterare il significato di un commento che si fonda, ovviamente, sulla costruzione per tappe correlate di un pensiero coerente. Ma debbo anche riconoscere che Pizzetti, attraverso il suo avvocato, è stato corretto, perché ha evitato di cadere nell'artificio polemico ed ha almeno riportato il titolo di quel commento :"I DS e la politica di destra e sinistra sono moralmente responsabili”. Ed ancora ha ricordato una frase del nostro commento che fa giustizia di tutto:. Ovvero” che è ben lontana da noi la volontà di affermare che i DS siano complici nel caso Lazzarinetti - Bracchi”. Dunque , il caso Lazzarinetti - Bracchi era l’occasione calda in quei giorni, per parlare di un certo clima morale che si respira nella città dove, in alcuni progetti strategici, destra e sinistra governano insieme. La correlazione con Pizzetti e i Ds era esplicitamente negata. Il che permetteva di andare avanti nel ragionamento e allontanare da loro ogni sospetto.Non capisco perché si rimescoli su questo argomento. Cosa si poteva dire per una più esplicita assoluzione?
Il titolo dell’editoriale e la frase, senza la necessità di riprendere quel commento, chiariscono quale era e resta il pensiero fondamentale del giornale: ovvero che la sostanziale scomparsa su molte cose da fare (o da non fare) della distinzione tra destra e sinistra, la coincidenza fondamentale su molti, moltissimi provvedimenti e progetti rende più facile l’infiltrazione dei lanzichenecchi( corpo militare estinto, perchè Pizzetti deve mai precisare che lui non ha avuto rapporti: chi lo ha mai detto?). I lanzichenecchi - era chiaro e resta chiarissimo - sono gli speculatori che si infiltrano nelle pieghe ( noi diremmo meglio nelle porte spalancate) di certi provvedimenti legislativi lombardi e nazionali. Tutto ciò ha consentitito senza violazioni penali, operazioni umilianti per la città come lo sgarro al fortilizio di Porta Mosa e altri interventi più o meno importanti, ma assolutamente negativi- a nostro parere- per gli interessi della comunità, d’altronde come tali giudicati (altro che genericità di affermazioni del Vascello, i fatti si possono ritrovare tutti) anche da associazioni come Italia Nostra, WWF, Lega Ambiente.
Il commento richiama dunque al valore morale alto della politica. I DS, in quanto partito dominante in città, debbono sentirsi onorati di portare avanti con la maggiore determinazione possibile soprattutto questo impegno, debbono anticipare e combattere i lanzichenecchi perché appunto, grazie al primato elettorale, sono più moralmente responsabili di qualsiasi altra forza in campo. Il nostro commento era e resta uno sprone perché la politica abbia coraggio e non taccia mai anche quando è duro e costa in termini di voti e di simpatie scontrarsi con i lanzichenecchi o, se non piace il termine, con i poteri forti che -sempre a termini di legge - ne hanno combinate di cotte e di crude anche da noi. Perché se la legge è un codice, i valori morali sono ben di più, sono vita e linfa di una comunità che voglia progredire. E’ prova di stima e fiducia richiamare in primo luogo i DS al ruolo di bandiera della comunità.
Ma come può definirsi estrema destra se è la caricatura eterodiretta dagli americani?
Caro direttore, esiste una estrema destra? Non sono sufficienti le celebrazioni e i rituali nostalgici a garantire la bontà di una tradizione. Alla prova dei fatti, la cosiddetta estrema destra è una sommatoria di fascistoidi che con le idealità nazionalpopolari dell’esperienza fascista non hanno nulla a che vedere. Essi, invece, sono la caricatura eterodiretta da Washington di quello che il Fascismo dovrebbe essere secondo i canoni del Sistema dominante. Il risultato di questa messinscena è di un’estrema destra sostanzialmente filoamericana, se non nelle dichiarazioni, quantomeno nei comportamenti.
Facciamo alcuni esempi: agli USA fa comodo che in Europa ci sia un sentimento antiislamico? E l’estrema destra è antiislamica, ignorando che il Fascismo con l’Islam aveva ottimi rapporti.
Ignorando che nel nostro passato vi sono retaggi culturali arabi e ignorando che è nostra convenienza avere rapporti cordiali con il mondo arabo e musulmano, visto il condominio nel Mediterraneo.
Gli USA in Europa hanno un servo di rara pochezza intellettuale e di nessuna dignità: Silvio Berlusconi. E l’Estrema Destra che ti fa? Si allea con Berlusconi. Sulla base di cosa, si domanderebbe un nazionalpopolare che abbia un minimo di capacità di intendere e di volere? Il Silvio di Arcore propone l’interazione di economie autosufficienti a livello continentale? No. Il SIlvio di Arcore propone la Sovranità Monetaria che svincolerebbe l’Italia e l’Europa dall’usura delle banche?
Certo che no! Berlusconi propone un programma di Liberazione nazionale e continentale dalla servitù del padrone statunitense (a cominciare dallo smantellamento delle 107 basi militari presenti nella sola Italia)? Viene da ridere anche solo a rispondere. Silvio e la sua Forza Italia (con il fior fiore delle più potenti società immobiliari e assicurative) hanno forse a cuore la risoluzione del problema della casa così come la vorrebbero risolvere i proponenti del Mutuo Sociale? A rispondere, qui, ci sarebbe da piangere.
Anche i pochi progetti che parzialmente elaborano qua e là, di tutto rispetto se considerati in sé e per sé (il già citato Mutuo Sociale, Bilancio Partecipativo, Sovranità Monetaria,...), sono inevitabilmente condannati alla sterilità. Nello scatolone berlusconiano finiranno nel dimenticatoio. Mancano di un piano complessivo di Liberazione nazionale e continentale. Il loro antiamericanismo è sempre esternato a mezza voce. L’americano che ci comanda è un nemico, dice l’estremista di destra. C’è sempre un comunista e un islamico che sono, però, più nemici di quel nemico. Recitano esattamente come Hollywood e Condoleeza Rice gli ordinano. Questa estrema destra è l’ultima versione dell’antifascismo (della peggiore specie) e dell’antiitalianità. Commette l’imperdonabile errore di conciliare Berlusconi e il Fascismo, attraverso un tatticismo situazionista suicida. E’ possibile, penso, che da quell’area si possano salvare le singole persone. Ma le deficienze d’analisi, i programmi confusi e i gruppi in quanto tali sono da consegnare ad un archivio non più consultabile: quello del neofascismo folkloristico e impotente. Quello che con Alessandro Pavolini, Berto Ricci e Carlo Terracciano non ha nulla a che spartire. Paolo Bogni, Responsabile di OPPOSTA DIREZIONE
(Rivista patrocinata dal Coordinamento Progetto Eurasia) | |
Lo sconcio di un voto che si fa passare per esercizio e dovere democratico
Caro direttore,
anche se è risaputo che in Italia non c’è limite al peggio, forse con l’ultima riforma del sistema elettorale abbiamo toccato il fondo in merito alla reiterata violazione della mancanza di una vera prassi di democrazia elettiva.
Questa è l’ennesima dimostrazione che nel nostro bel paese vige da alcuni decenni un sistema pseudo democratico, governato da un sistema oligarchico, prevalentemente composto dai capi delle segreterie dei partiti e dai poteri forti che tramite l’apparato impongono nel territorio nazionale candidature di loro gradimento snobbando di fatto la facoltà di scelta democratica del cittadino elettore.
Non mi stancherò mai di asserire che in Italia si è magistralmente instaurata una dittatura Oligarco-Democratica.
Il cittadino è stato espropriato del diritto inalienabile di decidere sulla composizione nominale dei membri della Camera e del Senato.
In riferimento alla prossima tornata elettorale del 9 e 10 Aprile l’arroganza dei capi partito ha raggiunto l’acme della antidemocraticità poiché in quasi tutti i collegi elettorali hanno imposto i loro galoppini catapultandoli nelle varie realtà territoriali snobbando di fatto l’elettorato autoctono, nel silenzio assordante della stragrande maggioranza delle segreterie locali, che come da copione attenderanno fiduciose di poter raccogliere a carponi le briciole ed eventuali rimasugli che potrebbero essere disponibili a valle della mirata ridistribuzione dei pani e dei pesci forniti con oculatezza dai capi partito .
E’ patetico che alcuni partiti all’interno delle coalizioni minaccino proteste o mancanza di collaborazione poiché essendo essi stessi parte integrante del sistema sono perfettamente consapevoli che in caso di protesta verrebbero spazzati via e sostituiti nel giro di 24 ore da altrettanti scalpitanti galoppini in cerca di un posto al sole nel variegato e ben retribuito scacchiere politico.
Sono consapevole che sarà molto complesso incrinare ed abbattere l’attuale sistema oligarchico poiché si è talmente blindato e soprattutto evoluto, che è riuscito negli anni a sublimarsi nel pensiero del comune cittadino sino al punto di convincere la stragrande maggioranza dei cittadini che votando con l’attuale sistema egli possa partecipare alle scelte democratiche del nostro paese. Elia Sciacca
-------------- E' la continua degenerazione della partitocrazia. Ma finché il cittadino starà al gioco scambiando lo sconcio di queste regole del voto con il proprio dovere elettorale, ovvero la sopraffazione dei partiti con democrazia (come si fa subdolamente intendere), nulla potrà cambiare. Ed andrà anche peggio.
Mediocrità e arrosto
Caro direttore,
le pongo una domanda: leggo sui giornali che, a livello nazionale, tutti i partiti sia di centro destra che di centro sinistra, candidano come “capolista” nei vari collegi gli esponenti più in vista dei rispettivi schieramenti, dicendo chiaramente ai cittadini che loro sono dei “portabandiera” dei testimonal della coalizione, ben sapendo che non è possibile essere eletti contemporaneamente in tre collegi. E’ un modo per dare agli elettori un riferimento chiaro, un nome ed un volto che incarna l’ideale, il programma, la coalizione.
Vedo, invece, che a livello locale, ciò non avviene: i vari Corada, Torchio, Rossoni ecc vengono lasciati ai margini, per far correre come capolista persone a volte poco conosciute in cui l’elettore fatica a riconoscersi o a sapere qualcosa sul tizio di turno.
Perché ciò che vale a Roma non vale a Cremona? Alberto Roncai Cremona
-------- Caro Roncai, le do una risposta che La prego di tenere per lei... Ha valutato la terribile mediocrità della classe politica e, purtroppo, anche economica del territorio cremonese? Sono venti anni che nei fatti, con la fuga dei cervelli migliori da questa provincia, emergono soltanto mezze figure o personaggi che dalla politica vogliono soltanto l'arrosto. Provi ad assistere a un consiglio comunale a Cremona o a un consiglio provinciale e mi dia il suo giudizio.
Il vergognoso privilegio che si sono attribuiti ancora una volta i consiglieri comunali
Caro Antonio,
vergognosa la decisione assunta dal Consiglio Comunale di Cremona circa i "parcheggi privilegiati" di lor signori... e non...lor signori? Ti confido che sto' attentamente analizzando le finalità di questa campagna elettorale (chiaramente, nel mio caso... più di centro che di sinistra); purtroppo ci sto capendo veramente poco... o niente! Aggiungici poi "uscite e/o sparate (come queste) dell'ultima ora...ed avremo un quadro completo dell'abberrante ruolo di taluni....amministratori!!!
Ciao e buon lavoro. Giorgio Carnevali
[email protected]
La polizia urbana? Efficiente soltanto per rilevare (e multare) il divieto di sosta
Caro direttore, in questi giorni si fa un gran parlare dell'organico dei vigili urbani di Cremona, dei problemi inerenti, della assunzione di altri cinque addetti. Un fatto incontestabile è che i vigili si vedono pochissimo quando le auto passano sulle strisce pedonali indifferenti al fatto che un cittadino, e magari un anziano, sta apprestandosi a percorrerle e quindi dovrebbe avere la precedenza, agli incroci maggiormente trafficati nelle ore critiche della giornata, sui viali cittadini dove le moto sfrecciano a una velocità insostenibile. E via dicendo. Ma quando un'auto finisce in divieto di sosta, allora immancabile, appare il biglietto della multa. Come mai? La polizia urbana diventa efficiente solo in queste circostanze?
Valerio Buzzi
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Le risposte non mancano. In primo luogo tutto deriva dalla concezione delle amministrazioni pubbliche secondo la quale il cittadino è un individuo inaffidabile, è sempre un furbastro da punire. E naturalmente questa smania persecutoria si esercita dove è più facile coglierlo in castagna. La seconda osservazione, nel caso specifico riguarda il fatto che le multe per divieto di sosta, proprio perché sono facili da dare, servono a fare budget. La terza è che l'amministrazione comunale e gli enti collegati contano molto sui parcheggi a pagamento per le loro spese e per i premi che debbono assegnare, tenendo anche conto che spesso spendono male, malissimo i denari dei contribuenti. Il mistero della multa facile è così spiegato. Diversamente ci si comporta altrove. In Germania abbiamo assistito a un avviso che all'ombra del Torrazzo sarebbe inconcepibile. A un parcheggio a pagamento ci si scusava di non far pagare. Sì, avete letto bene, di non far pagare. Perchè il parcheggio era in cattive condizioni e il pagamento era giustificato dal servizio reso al cittadino. Fantascienza in Italia e a Cremona dove le strade sono disastrate, dove in si aprono i cantieri che rendono difficoltosissimo gli accessi, ma le macchinette per il parcheggio a pagamento continuano inesorabilmente a funzionare. Senza alcun ritegno, aggiungiamo noi.
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