Il medioevo cremonese va in mostra a Parma


Trasferita la pila di S.Alberto, la seguono le statue di "Berta" e "Zaneen"

Trasloco dal battistero di Cremona della pila lustrale, foto a destra, che va con le statue di Baldesio e Berta alla grande mostra sul Medioevo nelle Scuderia della Pilotta a Parma dall'8 aprile.
Parma celebra in gran smalto i 900 anni di Fondazione della Cattedrale. E i capolavori cremonesi del XII sec. che richiamano le sculture della cattedrale di Modena sono stati voluti fervidamente da Carlo Arturo Quintavalle. Alla pila di S. Alberto si sono aggiunte le stature di Berta e Baldesio, negate in un primo momento da Roma, ma poi, in seguito a un intervento dall'alto, concesse a Parma.Foto A.Leoni ©

La pila di Sant'Alberto

di Luigi Silla

In trasferta a Parma, era collocata nel Battistero, fino a qualche tempo fa girovagava per il Duomo. Parliamo della pila di Sant’Alberto che vediamo nelle foto sopra durante le delicate operazioni di trasferimento per la mostra sul Medioevo a Parma e in una immagine precedente, quando non era ancora imballata.
Prima di arrivare in Battistero, la pila era a fianco dell’ingresso della Sagrestia dei Canonici; dall’inizio del 1900 era sistemata nei pressi della controfacciata del transetto meridionale, a fianco della scala del sottopassaggio che porta al palazzo Vescovile.
Vi era stata posta di ritorno dalla bottega dell’antiquario a cui era stata ceduta; precedentemente, era posta nel transetto settentrionale di fianco all’ingresso della casa dei Canonici (demolita con l’isolamento del duomo) dove attualmente è posta la statua di S.Antonio da Padova.
Alcune cronache la pongono in questa posizione almeno dal 1600, quando venne chiusa la porta nell’abside di sinistra della Madonna del popolo. Questo nel presupposto che la pila fosse stata sempre in Duomo. Non si spiega invece perché venga chiama “Pila di S. Alberto” e a maggior ragione non si spiega la forma (troppo profonda per essere una acquasantiera) né la scritta sul bordo “ ACTUS HUIUS AQUAE TACTUS FUGAT OMNES DEMONES”.
Molto probabilmente si tratta della Pila conservata nella chiesa di S.Mattia dove si venerava il corpo di S.Alberto da Villadogna e dove, in occasione della festività dedicata al Santo, si soleva benedire i fedeli intingendo il reliquiario contenente il braccio del Santo.
Poiché S.Alberto era il protettore dei Brentadori, quando la chiesa di S. Mattia venne demolita, le reliquie del Santo con gli arredi che la ornavano, vennero cedute alla Cattedrale. Esiste un inventario di tali beni (anche se non viene citata la pila) tra i quali si parla di un vaso di marmo con l’olio del Santo.
Dalle premese sembrerebbe scontato che la pila provenga dalla chiesa di S.Mattia (costruita nel 1080 e quindi compatibile con lo stile romanico della pila stessa) ma utilizzata più tardi come pila (attorno, penso, al 1300 quando S.Alberto cominciò ad essere venerato in chiesa). Prima la benedizione avveniva nella casa del Santo in cui esisteva un pozzo di acqua creduta miracolosa.
Poiché S. Alberto era coevo di S.Omobono e, come il patrono cremonese aveva una casa “aperta” per i poveri e gli ammalati, venne sempre venerato ed il suo culto legato a quello dell’acqua (come per il santuario di Caravaggio).
Forse la soluzione giusta la pone il Puerari che la vuole ricavata da un capitello romanico.




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di Sab, 18 mar 2006