Accadde una volta 100 anni fa
| Questa rubrica si propone di ricordare mensilmente i fatti sportivi più importanti svoltisi 100 anni fa a Cremona.
Marzo 1906
Tiro a segno e ciclismo
10 marzo: Ippolito Grasselli, reduce dalla prestigiosa vittroia al G. Prix di Montecarlo di tiro al piccione, si impone anche nel G. P. di verona, alla pari con prestigiosi tiratori come Soldi, Schiannini e Valentini. Tutti hanno abbattuto 21 piccioni
19 marzo: Festa sportiva a Casalbuttano ove sono ospiti del locale Club Ciclistico, gli atleti del Club Ciclistico di Bagnolo Mella. Viene offerto un Vermouth d'onore agli ospioti poi accompagnati a visitare la borgata e infine tutti a pranzo, allietati dalla fanfara dei ciclisti e per la gioia del presidente del Club Gino Uselli.
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Uno dei momenti di maggior gloria della Accademia Boxe Cremona: la consegna a Milano della Stella d'oro del Coni nel 2004. A riceverla, il presidente Manrico Bottoni, in sella ormai da oltre vent'anni, Cesare Castellani l'unico socio rimasto dalla fondazione e il presidente del Comitato regionale Scaramuccia
Il 16 marzo l'ABC compie sessant'anni: raccontiamo i primi trent'anni di questa lunghissima avventura
Per quindici volte prima società d'Italia è tornata ai vertici quest'anno dopo un lungo periodo di stasi
Vittoio Serventi, primo presidente e Geo Castellani, primo direttore sportivo, alla festa dei 40 anni dell'ABC
di cesare castellani
Dopo sessant'anni di attività, l'Accademia Boxe Cremona, che fino al 1980 era stata indiscutibiklemte la prima società pugilistica italiana, è tornata all'apice delle classifiche nazionali diostrando una vitalità che è propria di pochi sodalizi sportivi e, soprattutto, risalendoi da un buio periodo degli Anni ottanta in cui era precipitata nel baratro.
Oggi che la società, grazie al lavoro di dirigenti attivi come il presidente Bottoni, come soprattutto i tecnici Avosani, Penna, Mantovani e Zanotti, si appresta a festeggiare il traguardo dei sessant'anni con in tasca il titolo tricolore e il fiore all'occhiello del Trofeo Città di Cremona che testimonia di un'attività di cui nessun'altra società italiana è stata capace.
“L'ABC, reginetta del pugilato lombardo”
La definizione è di un anonimo redattore della Gazzetta dello Sport che questo titolo volle dare ad un « pezzo » dedicato alIa piccola società di provincia che nel corso delle finali del Torneo « Cinture di Milano 1947 » entrava a valanga nell'.arengo del pugilato lombardo conquistando ben sei primi posti a cospetto delle più affermate consorelle della regione. nelle otto categorie di peso allora esistenti. Un appellativo che sta a significare in quale considerazione già si ponesse. ad un anno solo dalla fondazione, la società rossoverde. L'atto di nascita della Associazione Boxe Cremona (diventerà Accademia Boxe Cremona qualche anno più tardi) porta la data del 16 marzo 1946 quando alcuni sportivi raccolsero I'invito a salvare quel poco che rimaneva della precedente attivita pugilistica svoltasi all’ombra del Torrazzo e che pur vantava nomi di grande prestigio quali que'li dei fratelli Bonetti. giunti agli allori della maglia azzurra e poi della notorieta internazionale in campo professionistico negli anni precedenti la guerra. S'adunarono in una saletta del C.O.N.I. Vittorio Serventi, Geo Castellani. Sandro Ardigò, Franco Cabrini, Pino Signori e Paolo Colombo, I'unico che già fosse addentro ai problemi del pugilato, quando tutti gli altri erano dirigenti provenienti da altre discipline sportive. Ciononostante, essi seppero dare alla società un ordinamento (Serventi ne assunse la presidenza, Castellani e Colombo la direzione tecnica e sportiva) una palestra (quela dell’Asilo Martini) e soprattutto quello spirito di sacrificio e di attaccamento ai colori del sodalizio che avrebbe poi distinto i suoi ragazzi su tutti i rings del mondo. Tempi difficili, quelli, che solo l’entusiasmo e l’abnegazione di atleti e dirigenti hanno saputo superare; ogni riunione portata a termine è un successo, ogni trasferta anche nelle città più vicine un'impresa per la mancanza di mezzi di comunicazione. AI termine di ogni riunione s'attende per ore nelle stazioni il primo treno del mattino che riporti tutti a casa ed al lavoro; qualche trasferta nei paesi più vicini ove s'allestiscono le prime riunioni si fa in bicicletta; pugili e dirigenti arrivano con qualche ora d’anticipo, erigono il ring, preparano la platea, combattono, smontano e tornano a casa.
Qualche volta entra in scena il « Conte Verde » il vecchio camioncino di Vittorio Serventi ed allora le cose migliorano un poco.
1948. Sul ring del Teatro Odeon (palazzo dell'Arte) si festeggia una vittoria dell'ABC sulla rappresentativa del Lazio.si riconoscono Aroldi, Barbieri, Michelazzi, Gianluppi con in braccio Cesare Castellani
I risultati comunque non si fanno aspettare e le soddisfazioni ricambiano le fatiche di tutti. Il primo exploit i ragazzi di Colombo lo compiono sui ring di Ravenna ove vincono tutti gli incontri per K.O. tanto che gli arbitri sequestreranno loro le tessere ritenendoli troppo forti per essere novizi e denunciano l’allenatore per aver fatto combattere anziché dei novizi dei prima serie. Sono novizi che portano però i nomi di « Piripicchio » Aroldi, di « Valencia ») Gianluppi e di « Balilla » Agosti. Ragazzi che pochi mesi dopo proprio a Cremona, nel Salone di Palazzo Cittanova ove frattanto ,. l'A.B.C. ha trasferito la propria palestra, s’aggiudicheranno il titolo lombardo e il diritto di partecipare ai campionati nazionali decretando così il primo trionfo della boxe cremonese.
Un piccolo dramma sconvolge il clan dell'.A.B.C. quando i dirigenti del Comitato Regionale invitano Paolo Colombo che è l'accompagnatore ufficiale della Lombardia ai campionati nazionali di Vigevano a mettere in squadra il pavese Di Jasio anziché Gianluppi. Nasce un'aspra polemica che si risolve facendo combattere entrambi : il sorteggio li vuole avversari al primo turno e Gianluppi stravince impressionando i tecnici e dando ragione al suo maestro. Quattro giorni dopo « Valencia » sarà il primo campione italiano dell'A.B.C. nella stessa sera in cui Pino Facchi, cremasco che boxa però per una società milanese, conquisterà il titolo dei welters.
Valentino Gianluppi è I'uomo di punta della società anche nel 1948, quando conquista il suo secondo campionato d'ltalia mentre Aroldi giunge ad affermarsi in campo nazionale ed appaiono alla ribalta altri ragazzi tra i quali « Arri » Pozzali, Sandro Mazzini, Marino Faverzani, Libero Furlotti, « Willie Pep » Antolini, che cominciano a costituire la prima ossatura del grande complesso che nelle annate seguenti darà un validissimo contributo anche alla formazione azzurra. Il '48 è però anche l'anno della grande delusione di Valentino Gianluppi che dopo sacrifici indicibili e mesi di preparazione intensissima si vede escluso proprio al momento della partenza dalla squadra olimpica di Londra. Il posto di «Valencia » nei leggeri è preso dal triestino Mario Minatelli (si parlerà proprio per questo di una scelta politica) che comunque perde al primo turno. Occorrono parecchi mesi perché Gianluppi si riprenda dallo chock della mancata partecipazione ai giochi di Olimpia. Nel frattempo I'A.B.C. trova anche il modo di creare, prima ed unica in Italia, un campo d'allenamento estivo portando i suoi atleti in montagna, a Molveno, dove allestisce una piccola tendopoli ed innalza il ring nell'oratorio del paese. E' un periodo di ossigenazione durante il quale Colombo prepara i suoi pupilli alle fatiche che li attenderanno per la imminente chiamata in maglia azzurra. Papà Pozzali, che da quando il piccolo Aristide ha preso a frequentare la palestra è divenuto il suo più assiduo tifoso avendo ormai rinunciato a farne un corridore ciclista, raggiunge ogni settimana Molveno in bicicletta.
L'A.B.C., comunque, e già affermata in campo nazionale quando Gianluppi, a Firenze, vince il suo terzo campionato italiano dei leggeri ; Aroldi, qualche settimana prima ha vestito la maglia azzurra della squadra nazionale, primo di una schiera che si allungherà ben presto, proprio nel primo incontro sostenuto all'estero dalla nostra nazionale : è il 28 gennaio del '49, a Dublino contro l'lrlanda. Aroldi
ha avuto scarsa fortuna perdendo I'incontro in modo poco chiaro e neppure ai campionati nazionali sarà assistito dalla dea bendata e fallirà un titolo che la sua boxe spumeggiante almeno una volta meritava.
Gianluppi va finalmente in azzurro: disputa gli europei di Oslo, ma finisce battuto al primo turno ; si rifà comunque a Palermo dove vince la prima edizione dei Campionati del Mediterraneo. A fine anno avrà totalizzato sei presenze in nazionale ed insieme ad Aroldi tenterà la carta del professionismo. L'A.B.C. sarà accanto anche in questa nuova carriera ai suoi due pupilli cercando di sostenerli in ogni modo sia nell'organizzazione di riunioni sia nella loro preparazione in palestra sempre agli ordini di Colombo. Entreranno a far parte della colonia Castellani che ha avuto il primo professionista in Pippo Zini e la cui attività si svolgerà poi sempre parallelamente a quella dell'A.B.C. Anche nel campo organizzativo il sodalizio cremonese si va lentamente affermando: si combatte al Supercinema, al teatro Odeon, talvolta al Politeama ove certamente molti ricordano I'epica semifinale al titolo dei welter tra Zini e Facchi vinta dal cremasco e dopo la quale Zini sarebbe tornato in palestra solo per collaborare validamente con Colombo rimanendo al suo fianco fedelissimo per oltre 10 anni. Le profonde ferite alle arcate sopraccigliari riportate in quello scontro tremendo gli impedirono infatti la prosecuzione di una brillante carriera.
Aristide Pozzali e Paolo Colombo
Il 1950 segna una svolta decisiva nella storia dell'A.B.C. che si trova per la prima volta a risolvere il grave problema del ringiovanimento dei propri ranghi quando le sue maggiori pedine, Aroldi e Gianluppi, tentano la grande avventura del pugilato professionistico (debutteranno insieme in una indimenticabile serata sui ring del teatro Odeon destinato a divenire un po' il tempio della boxe cremonese) presto seguiti da Faverzani. Avevano frattanto lasciato la boxe attiva i vari Antolini, Agosti, Furlotti, Michelazzi, il compianto Nosari che era stato I'animatore della boxe a Piadena ove avrebbe fondato la più insolita delle palestre arredando una torre d'acquedotto. Paolo Colombo. Affiancato ora da Zini può dedicarsi esclusivamente alla cura dei novizi alla testa dei quali appare il piccolo Pozzali che crea qualche sorpresa vincendo i campionati lombardi col piglio del campione di razza, ma ancora più sorprende quando nella finale dei campionati d'ltalia si lascia sfuggire la cintura tricolore che va al laziale Ferilli, abilissimo nella tattica del tocca e vai. Per Pozzali c'è tuttavia la soddisfazione della prima chiamata ai raduni collegiali, poi il debutto in maglia azzurra addirittura agli Europei. Vicino a Pozzali si fanno luce frattanto il piccolo Barbieri (Pangallo) che sarà per tutta la carriera lo sparring preferito del campione e che solo la mancanza di peso (ci fossero stati i minimosca ne sarebbe stato il dominatore per anni) privo di una brillantissima carriera, poi Sandro Mazzini che avrà il torto soltanto di durare un paio di stagioni lasciando in molti I'impressione di aver buttato alle ortiche il talento pugilistico forse più valido. Barbieri comunque, affiancherà Colombo come aiuto istruttore per alcuni anni, dal '55 al '60, mentre Mazzini a sua volta sostituirà il maestro alla guida dell'A.B.C. negli anni più recenti insieme a Josè Crespo.
Anche nel Consiglio def sodalizio appaiono nomi nuovi : soprattutto quelli di Franco Torresani e Angelo Galli che saranno poi sempre alia guida dei rossoverdi. Pozzali su tutti negli anni successivi al cinquanta!
II nome di « Arri » si identifica quasi con tutto il pugilato che si svolge all'ombra del Torrazzo e per oltre un lustro egli sara il portacolori del boxing nostrano. Gli bastano un paio di apparizioni nell'arengo internazionale per dimostrarsi forse il miglior dilettante italiano: eccellente colpitore, abile stilista nonostante la guardia destra, possente nel fisico, « Arri » sbaraglia il campo nazionale e va diritto ai campionati d'Italia ove ancora una volta, però Ferilli lo priva della fascia tricolore giocandolo su tempo grazie alIa sua infinita esperienza. Pozzali schiuma rabbia dopo aver meditato per un anno la vendetta: prende parte comunque al raduno collegiale, s'allena, si carica e disputa I'incontro di selezione per il campionato europeo proprio contro Ferilli. Match a porte chiuse, naturalmente, di cui nulla si sa, tranne che il cremonese va in squadra e che Ferilli lascia definitivamente lo sport.
II Vigorelli, ospita gli europei 1951. « Arri » che diviene I'idolo del pubblico di Milano, passa i primi turni, distrugge in semifinale le ambizioni di Pentji Hamalainem che ruzzola un paio di volte quando gli incrocia il sinistro, e si guadagna il diritto alla finalissima.
Da Cremona si parte in molti per assistere al successo di « Arri » ma e proprio I'auto del nostro amico che va in panne lasciandoci a metà strada sotto il temporale. Papà Pozzali, Galli e mio padre contano i minuti : quando finalmente si riesce a ripartire, I'agitazione di tutti ci fa perdere la strada ancora in Milano. S'arriva sullo spiazzo del Vigorelli quando dall'interno del Velodromo si sente suonare l'lnno di Mameli. Sappiamo che « Arri », il primo a combattere, è campione, sappiamo che e suil podio, ma neppure li possiamo vederlo giacche non troviamo il nostro ingresso. Di tutta la sera rimarra il ricordo di una corsa pazza tra le pozzanghere per mano a Galli e papa Pozzali : un giro intero del velodromo finche riusciro a sgusciare tra le gambe di una maschera e ad incontrare « Arri » che sta scendendo dal ring: un attimo dopo ci sara tutta I'A.B.C. ma purtroppo nessuno di coloro che più avrebbero meritato di assistere al trionfo del lavoro di anni avra veduto il combattimento. Per il pugilato italiano finalmente risorto dopo il periodo bellico, sara quella una delle giornate più gloriose con Dall'Osso, Visentin e Di Segni medaglie d'oro; Pozzali verrà festeggiato la sera seguente da Cremona sportiva con un lungo corteo di auto che sfilerà sino al Bar Roma, allora sede della società. Tornerà sui ring cremonese a distanza di poche settimane nella vecchia Arena Giardino per sostenere il sottoclou al combattimento per il titolo italiano dei mosca professionisti che Aroldi fallira di conquistare per un soffio contro Giannelli e sara ancora una memorabile vittoria contro il negretto francese Antoine Martin. Pozzali comunque e ormai dedito alia squadra nazionale elo10 guida Klaus che comunque e spesso affiancato da Colombo cui il tecnico americano riconosce indubbi meriti. Alla fine del '54 avra totalizzato ben 24 incontri in azzurro e sarà I'ottavo pugile di tutti i tempi per numero di presenze in nazionale, pur avendo lasciato il dilettantismo a soli 23 anni.
II successo di Pozzali ha comunque aperto le porte della nuova palestra che I'A.B.C. sta allestendo in Via dei Mille, in una vecchia chiesa adiacente alla Caserma Pagliari, a molti giovani. Arrivano infatti i Frigeri, Mineri, i fratellli Guarneri, Ghinaglia, Cadenazzi, Bonelli. Colombo e Zini si trovano di fronte un materiale umano incredibile : una cinquantina di ragazzi s'allenano sotto la loro guida : le riunioni si moltiplicano : in inverno si combatte nella gelida Palestra Pagliari, cui comunque rimangono legati i ricordi migliori della nostra boxe, in estate si va all'Arena Giardino oppure all'Auricchio, qualche riunione si tiene pure al Supercinema. II clou è sempre affidato ai professionisti tra i quali Aroldi dopo la fallita conquista del titolo d'ltalia ha preferito lasciar perdere, Gianluppi e invece sulla cresta dell'onda e solo un incidente alia mascella ne compromettera più avanti una brillante carriera, Faverzani si sta facendo le ossa su tutti i rings italiani e stranieri.
Pozzali, che alia fine del '51 in Alessandria d'Egitto s'e confermato il miglior peso mosca del continente conquistando la medaglia d'oro ai campionati del Mediterraneo, si porta finalmente a casa, nella primavera seguente la corona dei mosca dopo averla inseguita per quasi tre anni. Presta nel frattempo il servizio militare e disputa a Monaco i campionati mondiali militari : combatte nei gallo, avendo qualche problema di peso e finisce battuto nelle semifinali in seguito ad una ferita nientemeno che da Halphonse Halimi che qualche anno più tardi sara il dominatore mondiale dei pesi gallo. « Arri» guarda comunque al più grosso impegno della sua carriera, al torneo olimpionico di Helsinki. Fatica a rientrare nei limiti di peso e sa di non poter rendere al massimo al di sotto dei 51 Kg. Dovrebbe gareggiare nei gallo, ma la ragion di stato prevale anche perché nei gallo c'e Dall'Osso che pure è campione europeo. Al secondo turno Pozzali, debilitato dalle fatiche sostenute per rimanere in peso, non ce la fa a contenere la furiosa irruenza del russo Bulakov e cede d'un soffio. Manca così I'occasione per conquistare un titolo che forse avrebbe potuto essere suo se gli fosse stato concesso di combattere nella categoria superiore dove infatti la medaglia d'oro andò (sempre lui !) a Pentji Hamalainen.
Campione italiano dei gallo nel '53 a Bologna « Arri» si ripete la stagione successiva a Grosseto confermando in entrambi i tornei di non poter vantare alcun valido oppositore in Italia. Nella stessa annata debuttera a torso nudo portandosi subito alle soglie del titolo d'ltalia dei pesi mosca. E' costretta a segnare il passo I'A.B.C. nelle annate 1955 e 1956 che comunque segnano i risultati migliori per i professionisti all'ombra dei quali cresceranno i nuovi virgulti, ragazzi che portano i nomi di Borra, Fanfoni, Ravasi, Comandulli, Bertoletti, Galmozzi, Bianchi, Schiavetta. Pozzali conquista a Cremona, sui ring della Palestra Pagliari, il titolo italiano dei mosca abbattendo il romano Lombardozzi e quindi nella semifinale per il titolo europeo che disputa all'Arena Venezia vince nettamente sui campione di Francia Robert Mouginot. La Televisione trasmette entrambi i combattimenti e Pozzali si avvia a divenire, anche in campo professionistico, uno dei più apprezzati pugili italiani.
Si mette in luce anche Faverzani che in oltre quaranta incontri professionistici ha trovato la giusta quotazione e dopo aver battuto il campione d'ltalia Tripodi infila una serie di vittorie importanti che lo portano a disputare, seppure senza successo, la corona nazionale a Guido Mazzinghi. AII'A.B.C. sembra profilarsi una difficile crisi nell'ambito del Consiglio Direttivo quando Angelo Galli si stacca dal sodalizio rossoverde dando vita ad una nuova società pugilistica, il G.S. Leoni di Castellucchio che avra una palestra pure a Cremona, nei locali del Circolo Signorini, nella quale si formeranno validissimi atleti guidati dai non dimenticati Gino Bonetti e Michelazzi e nelle cui file andranno a militare, staccandosi dalla A.B.C., i vari Ghisolfi, Perdomini, Ghinaglia, Bonelli, Amedeo Guarneri, Cadenazzi (che frattanto aveva vestito la maglia azzurra nella categoria dei mediomassimi affrontando il francese Cerdan).
Sono di questi anni le prime trasferte all'estero che fanno conoscere soprattutto in Svizzera ed in Germania il valore dei giovani dilettanti cremonesi guidati da Franco Torresani che ha preso in mano le redini della squadra e la conduce con perizia per tutte le sale pugilistiche d'Europa. Nel frattempo la colonia Castellani abbina i suoi professionisti, tutti usciti dalla palestra di Via dei Mille, con la ditta Negroni che a distanza di qualche mese offrira il suo validissimo contributo pure alia squadra dei puri permettendo alia società di ottenere quella tranquillita economica e finanziaria che le daranno modo di affermarsi definitivamente come la più importante tra le circa 600 società affiliate alia F.P.I.
E' sintomatico che cio accada proprio nell'anno che vede il crollo imprevisto di Pozzali di fronte a Young Martin nella più tragica serata che il pugilato cremonese possa ricordare. La disfatta di Pozzali, dopo oltre dieci anni di incontrastato dominio tra i mosca italiani ed europei, non coinvolge tutta I'A.B.C. ; dirigenti ed allenatori comprendono che e giunto il momento di rimboccarsi le maniche e di tentare la ricostruzione di un atleta ma soprattutto di una squadra in grado di ripeterne le gesta. Si inizia con la organizzazione, sempre alia Pagliari, di un torneo riservato ai novizi, il « Primi Pugni » che subito rivela nomi interessanti : Schiavetta, Bianchi (entrambi casalaschi appartenenti alia Pugilistica « Fassi » ed allenati da Libero Furlotti, che subito passerranno con I'intera società casalasca a difendere i colori dell'A.B.C.) poi Milani, Cè, Bellavita, Gabbiani, Fasanotti, i giganti Penna e Cicoli (soprattutto il secondo sembra poter resuscitare la passione dei tifosi cremonesi vincendo in pochi secondi ogni match, prima di trovare proprio nel compagno di palestra, in una indimenticabile finale dei campionati interregionali « juniores », il pugile che mettera fine alia sua breve carriera pochj anni prima di essere stroncato, venticinquenne appena, da un improvviso inguaribile male.
L'A.B.C. vince proprio nel 1957 la classifica per società totalizzando 1297, punteggio che la pone leggermente al di sopra della sua diretta rivale, il G.S. Leoni che finisce secondo a punti 1163 : è la chiara dimostrazione che la rivalità sorta tra le due scuole pugilistiche ha dato una spinta notevole alla attività e finirà poi per giovare alia causa del pugilato.
Non riesce nel '58 I'exploit dell'anno precedente: I'A.B.C. deve infatti accontentarsi della classifica al quarto posto: ha dovuto pagare il suo pesante tributo al professionismo e basarsi solo sulle prestazioni dei giovanissimi : hanno infatti gettato alle ortiche la maglietta Borra. Ravasi, Vasto, Verzelletti, Galmozzi, Fanfoni ai quali si uniscono a rinforzare la colonia professionistica i fidentini Pallavera e Lommi, i bresciani Pedrini, Possessi e Gatti : un complesso di giovani che riporterà nell'anno ben 73 vittorie ponendo la Colonia Castellari al terzo posto tra le squadre professionistiche.
L'A.B.C. si dedica anche alla cura di tutti i ragazzi che sono usciti dalle sue file per passare al professionismo ed allestisce per essi numerose riunioni tanto che Cremona risultera la terza citta italiana per numero di incontri professionistici organ izzati . In campo dilettantistico saranno da rilevare i successi di Penna e Baldani all'interregionale di Mestre ed il secondo posto di Mangiarotti e Sommi ai regionali novizi rispettivamente nei mosca e nei welter .
1959. Sarà la grande annata per I'A.B.C. che subirà una svolta decisiva con I'innesto nelle sue file di tutti i pupilli della Leoni e della Fulgor di Fidenza che vengono assorbite dai rossoverdi i quali da questo momento possono anche avere a disposizione la Palestra Spettacolo sia per gfi allenamenti che per le riunioni. L'A.B.C. si trova così con oltre settanta atleti attivi che disputano nell'anno 600 incontri real izzando un totale di 1967 punti che nessun'altra società italiana, se non I'A.B.C. nel '70 e nel '71 riuscira neppure ad avvicinare.
Lo squadrone Cremonese affronta una quindicina di trasferte all'estero vincendo ovunque : in Germania, Jugoslavia, Svizzera, Francia, Lussemburgo. Basti pensare che nel breve Spazio di 15 giorni, I'A.B.C. supera la rappresentativa della Baviera (16 a 4) a Monaco il 25 settembre, il B.C. Hokenheim (12 a 8) il 27, il K.S.V. Manheim (13 a 9) il 30 a Manheim, il B.K. Zurich (12 a 8) 1'8 ottobre a Zurigo ed infine la Selezione del Baden Baden (19 a 3) due giorni dopo a Cremona.
L'ossatura della squadra e veramente eccezionale : Baldani (2° camp. italiano) nei mosca; Bianchi (che è terzo ai Campionati juniores) e Lucini nei gallo ; Schiavetta (nazionale) e Dilda nei piuma ; Salami (che pure sarà terzo ai Campionati juniores) nei leggeri ; Grassi nei superleggeri ; Galli (campione d'ltalia) e Guarneri nei welter; Odelli e Grazioli nei medi ; Gabbiani nei mediomassimi, Penna nei massimi.
Penna e Baldani giungono rispettivamente terzo e secondo ai Campionati italiani assoluti, mentre ai Campionati riservati ai juniores lo stesso Penna, Salami, Bianchi e Romano Galli, fanno veramente il vuoto, giungendo i primi alle semifinali mentre Galli riesce a cingersi della fascia tricolore. Galli, Penna e Salami andranno pure in nazionale vincendo tutti i loro incontri.
Continuerà la frenetica attivita dei ragazzi cremonesi anche nel 1960, I'anno delle Olimpiadi romane alle quali pero non avremo nonostante tutto la soddisfazione di vedere alcuno dei nostri. Romano Galli, ventenne soltanto lascerà infatti il pugilato e Benito Penna ancor troppo giovane non riuscirà a spuntarla, negli incontri di selezione contro Masteghin e soprattutto contro De Piccoli. Benito maturerà però I'anno seguente ed avrà la grossa occasione per emergere ai campionati europei di Belgrado ai quali si presenterà col ruolo di outsider e ciononostante fallirà d'un soffio la conquista, a dieci anni di distanza del titolo che già aveva meritato Pozzali. Penna stende al primo turno il tedesco Seigmund, quindi Nomecek, entrambi medaglie di bronzo I'anno precedente aRoma, ma si lascia imbrigliare in finale dall'espertissimo vecchio russo Abramov. Non riuscirà a rifarsi neppure pochi mesi dopo a Fort Dix (U.S.A.) dove ancora una volta fallira la finale dei campionati mondiali militari. L'A.B.C., da parte sua, sara costretta ad interrompere la sua serie di primi posti in graduatoria per società nel 1962, ancora una volta decimata dai passaggi al professionismo di Baldani, Lucini, Bianchi, Odelli, Gabbiani, Gioffre, Guarneri, Orsi, Sommi, Sudati, Pozza. Penna, uscito dalla scena del dilettantismo De Piccoli, fallisce ancora una volta, alIa vigilia di passare egli stesso tra i « pro», la conquista del titolo italiano dei massimi perdendo una memorabile finale di fronte a Cane sui ring di Modena in un match di cui difficilmente si potra offuscare il ricordo se non riandando proprio alia finale disputata dagli stessi I'anno prima a Bologna.
A dare comunque una grossa soddisfazione sarà Sandrino Schiavetta : inserito all'ultimo istante nella formazione militare italiana, Schiavetta conquista il titolo mondiale per i pugili in stellette, premio meritato per un atleta che si è sempre battuto con entusiasmo, passione ed abnegazione anche se spesse volte la fortuna gli ha volto le spalle nei momenti cruciali.
Cremona sta intanto diventando una delle citta più conosciute nel mondo del pugilato anche internazionale : alia scuola di Paolo Colombo, s'affinano i dilettanti, ma si fan pure le ossa molti professionisti che daranno al pubblico dei nostri tifosi parecchie soddisfazioni. Cremona e la palestra di Via Postumia son pure meta di numerosi campioni del calibro di Amonti, Tomasoni, Del Papa, Lopopolo che spesso vi si allenano.
A Cremona approda pure Carlos Ortiz, campione del mondo dei super leggeri alia vigilia del suo terzo match con Duilio Loi, senonche ragioni di carattere organizzativo 10 costringono poi ad allenarsi a Milano. Tra i professionisti della scuderia Castellani-Ferrari (quest'ultima ditta s'e sostituita alia Negroni nel frattempo) militano i sudamericani Duran, Oliva, Manzur, Fiordelmondo, valorosa pattuglia di pugilatori che comunque contribuiscono a portare in alto il nome di Cremona sportiva. Benito Penna, dopo aver mancato troppe grosse occasioni tra i puri, salta, se pur giovanissimo. tra i picchiatori di mestiere evince convincendo tutti i primi combattimenti, presto seguito da Sandrino Schiavetta. alla cui guida arriverò io stesso l’occasione dell'esordio nella procura in attesa di rilevare la scuderia paterna un paio d'anni più tardi. Lucini, frattanto, tien pure desta I'attenzione dei tifosi disputando I'innumerevole serie di confronti con Scarponi e Linzalone per il titolo nazionale dei gallo.
I dilettanti non sono trascurati, ma I'A.B.C. attraversa il solito momento di piccole crisi che intervengono ad ogni massiccio passaggio al professionismo dei suoi giovani migliori. Le palestre di Colombo e Bottoni (a Crema) lavorano a pieno ritmo e sfornano gente del calibro di Calzi Celso, Sambusiti, Secchi, Piccinali, Angelino Calzi (che, sfortunatissimo, sarà secondo ai campionati italiani novizi), Bottoni, Roberto e Guido Compiani, Boiocchi, Granata, Bozzetti, Brunelli, Paroni, Coccoli, De Ponti, Facchetti, Cipriani.
E' del 1966, proprio quando I 'A.B.C. torna a condurre per rimanervi definitivamente in testa la graduatoria nazionale, la seconda disapora. Si distaccano stavolta tutti i professionisti dando vita al G.S. Goodyear : affideremo il loro addestramento al maestro Paolo Colombo che lascerà cosl I'A.B.C. dopo vent'anni e che tra noi concludera la sua ultra quarantenne attività di allenatore.
In seno all'A.B.C. comunque cominciano a vedersi i primi frutti del lavoro svolto in profondità onde ridare a Cremona un grosso complesso degno di quello che l'Accademia ha sempre messo in campo, Alla palestra di Crema I'allenatore Ermes Bottoni viene sostituito da Spoldi, mentre pure a Cremona c'e un cambio della guardia con la necessaria sostituzione di Colombo che è affidata contemporaneamente a Jose Crespo e Sandro Mazzini.
Affiorano anche grazie all'opera di questi uomini i nomi nuovi di Facchetti e Cipriani che cominciano ad affermarsi ai campionati regionali del 1968 mentre Cecco Piccinali che riesce a giungere con estrema facilità alla finale nazionale dei massimi e costretto a segnare il passo davanti al tecnico Bambini che e alla sua quinta conquista del titolo.
Guido Compiani, che già I'anno precedente ha vestito la maglia azzurra contro la Bulgaria, tenta la grande avventura preolimpionica a Citta del Messico, ma non riesce a sfondare e il posto nella squadra per le Olimpiadi andra al pur forte Capretti. L'esplosione di Bruno Facchetti si ha agli inizi del 1969 quando Bruno stronca letteralmente la carriera di Ursi, I'ottimo superwelter che I'allievo di Spoldj abbatte con un destraccio da manuale durante la disputa del campionato lombardo.
Facchetti finisce al secondo posto ai nazionali battuto d'un soffio da Bentini, ma già i selezionatori azzurri hanno messo gli occhi su di lui e suI fido Cipriani che pure trova in Marzio I'uomo capace di sbarrargli la via al titolo dei medi sicche, quando alia vigilia dei Campionati Europei di Bucarest Bentini si trova costretto a dichiarare forfait, la scelta cade su Facchetti che, pure a corto di preparazione, affronta il terribile torneo continentale e giunge sino alIa finale dimostrandosi l'azzurro più quotato di tutta la pattuglia nazionale. E' l'incontro che lo consacra uomo di punta della squadra nazionale anche nei successivi incontri internazionali contro gli Stati Uniti ed il Canada.
Cipriani gli fa da ottima spalla nella categoria superiore della quale veste egli pure la maglia della squadra nazionale.
Avviene l'anno seguente, con la conquista del titolo nazionale, la definitiva consacrazione di Facchetti che a Sassari s'aggiudica senza la minima fatica il titolo di campione italiano mentre il risorto Guido Compiani riesce a giungere sino alla medaglia di bronzo.
Completano i successi dell’annata 1970 il titolo italiano che il giovanissimo Cremonesi vince sul ring di Ancona il primo titolo italiano novizi che l'A.B.C. riesca ad aggiudicarsi (il mosca Comandulli, il superwelter Carbognani, il gallo Angelino Calzi avevano solo ottenuto la medaglia d'argento) mentre il suo successo è completato dalla conquista del terzo posto del gallo Capoani. Frattanto anche nella palestra della Goodyear qualcosa s'e mosso in campo dilettantistico: Paolo Colombo non ha retto alla tentazione di volgere le sue mire su un paio di ragazzini e nel tempo che il quotidiano allenamento dei «pro » gli lascia libero, plasma gli ultimi prodotti di una lunga schiera di circa un migliaio di pugili usciti dalla sua passione per lo sport: Molesini e Sartori che approderanno all'A.B.C. pronti a vestirne i colori e subito dopo a festeggiare pure I'ingresso in squadra nazionale.
II primo nei welter, l'altro nei massimi ricoprono le categorie nelle quali l'A.B.C. aveva bisogno di uomini di primo piano: sara, se pure indirettamente, l’ultimo contributo di Paolo Colombo a Cremona sportiva prima di lasciare lo sport costretto dalla precaria salute. Poca fortuna assiste il clan rossoverde ai campionati del '71.
Assente Facchetti, sia Vailati che Cipriani vengono fermati alle semifinali. Va comunque in nazionale juniores (17° in ordine di tempo) Dante Guarneri che disputa I'europeo di Miskolk.
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Accadde una volta 50 anni
fa
| Questa rubrica si propone di ricordare mensilmente i fatti sportivi più importanti che si svolsero 50 anni fa a Cremona
Marzo 1956
Calcio
La Cremonese avanza in campionato con buoni risultati. Eccoli: Pavia-Cremonese-3-3 Cremonese-Piombino 1-0 Colleferro-Cremonese 0-0 Cremonese-Empoli 1-0 Pugilato: Pozzali
Aristide Péozzali disputa a cremona, nel pomeriggio del giorni di San Giuseppe, la semifinale al campionato europeo dei pesi mosca superando il campione di Spagna Ogazon per kot all'ottava ripresa, ma ha corso un brutto pricolo alla seconda ripresa quando è stato atterrato, per la prima volta in carriera, da un destro del campione iberico.
A Parma si disputano i campionati assoluti dilettanti. Il mediomassimo Cadenazzi perde in finale dal laziale Ostuni mentre prima si sono fermati il gallo Ghisolfi e il welter Borra. Basket
Si allena a Cremona la squadra nazionale di Basket allenata dall'americano Mc Gregor. Gli allenamenti si svolfgono alla plaestra delle scuole Bissolati. tra i presenti anche Gamba, Volpato, Zorzi.
Ciclismo
si corre la Parigi-Nizza e nella prima tappa Bertoglio arriva alle spalle del vincitore Fred De Bruyne, Poi Ferlenghi, nella tappa a cronometro, risulterà il migliore degli italiani
Atletica
Ai campionati provinciali studenteschi si affaccia, vincendo la sua prima gara, quello che sarà uno dei più grandi nomi dell'atletica italiana fino all fine degli Anni Cinquanta, Mario Fraschini
Sci
A Madonna di campiglio si disputano i campionati provinciali di sci. I risultati:
Slalom: 1° Antonio Grasselli (Sci Cai Cremona) 2° Gino Wegher (id.). 3° Umberto Fadini (Sci Cai Crema) Discesa libera: 1° Umberto Fadini (Sci CAI Crema). 2° Andrea barbieri (Sci Cai Cremona). 3° Venturi Vailati (id.). 4° Fausto Coelli (Sci Cai Cremona)
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La pagina è aggiornata alle ore 21:50:33 di Mer, 15 mar 2006
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