Un momento molto particolare che esige interventi innovativi: assediata da una concorrenza in crescita (specie quella cinese), dai violini in scatola e dalla contraffazione delle etichette in internet, è necessario affilare le armi sul mercato mondiale: ecco la strategia di Anna Lucia Maramotti, che concede a "Il Vascello" la prima intervista dopo la sua elezione alla presidenza della prestigiosa Associazione Liutaria Italiana e non si nega a un esame a tutto campo delle problematicheLa nostra nostra liuteria al contrattacco, la sue armi saranno cultura e collaborazione con l'universitàViene anche sostenuta la necessità di una profonda trasformazione dell' Istituto Internazionale per l'Artigianato Liutario: occorre trasformarlo in una scuola di eccellenza con più sbocchi di Antonio Leoni Vive in una casa di via Stenico a Cremona, dove si affollano le testimonianze artistiche. Discende da una famiglia di schiatta assolutamente cremonese. I meno giovani ricorderanno, almeno per sentito dire, la famosa drogheria Maramotti che fu un riferimento immancabile di generazioni all'ombra del Torrazzo. Dalle finestre della sua casa, l'occhio va a Sant'Abbondio, lo splendido complesso monumentale degli Umiliati con il celebre chiostro bramantesco (che tra poco ospiterà il museo lauretano). Chissà se anche questa presenza ha ispirato i suoi principii: è donna all'apparenza timida e mite, ma è incrollabile, decisissima e combattiva nell'affermare i valori e il rigore che deve accompagnare l'operazione di tramandare l'opera d'arte attraverso il restauro (da qui un intervento fondamentale "Passato, memoria, futuro: la conservazione dell'architettura" per i Quaderni del Politecnico.).
E' per queste posizioni di principio una personalità anche scomoda, ma preziosa, direi essenziale, in una città troppo remissiva ed accomodante, come dimostra la vicenda del restauro di San Sigismondo per trasformarlo in monastero, contro il quale ha espresso in un intervento nitido, garbato eppure inequivocabile (vai a leggere), la sua convinzione che il restauro deve essere conservativo e cioè che l'opera va salvaguardata al di là del giudizio estetico, concordando con Riegl quando afferma che l'oggetto va conservato a partire dalla constatazione che una sua perdita costituisce un impoverimento "in relazione alla capacità di colmare il nostro moderno bisogno artistico". Non a caso Anna Maramotti conclude il suo saggio sulla conservazione in architettura secondo lo schema di Riegl ovvero che "gli oggetti comunicano la propria consistenza ontica, la propria capacità testimoniale e quella d'uso. Questo schema permette d'operare le scelte più adeguate in campo di tutela". Una personalità di questo spessore è stata recentemente eletta presidente dell'Associazione Liutaria Italiana perché ha maturato una esperienza straordinaria come insegnante per molti anni all'Istituto professionale Internazionale per l'Artigianato Liutario e del Legno, I.P.I.A.L.L. di Cremona, spalla a spalla con Sergio Renzi del quale ha condiviso tutte le battaglie. Non poteva esserci scelta più adeguata perché la liuteria nostrana vive un momento molto speciale che esige nuove strategie ed aperture innovative a salvaguardia della propria qualità, il valore distintivo fondamentale. Violini colorati e in scatola, ma anche false etichette di maestri cremonesi in strumenti che non valgono nulla ma venduti sulle reti internet, un mercato mondiale che cresce e che trova agguerriti concorrenti in molti paesi specie in Cina dove l'interesse per la musica classica ha aumentato la richiesta di strumenti di qualità alla quale rispondono i liutai locali, i problemi interni della liuteria italiana e di quella cremonese in particolare. Come far fronte ad uno scenario in rapido cambiamento ed evoluzione? Come deve reagire Cremona, capitale storica della liuteria mondiale? Anna Lucia Maramotti concede a "Il Vascello" la sua prima intervista, un panorama a tutto campo nel quale non si è negata di fronte ai problemi e che farà discutere. Un intervento che deve interessare non soltanto gli addetti ai lavori. La liuteria è il carisma di Cremona nel mondo. E non sembra - affermiamo all'inizio di questa nostra intervista - che il problema dell'identificazione dello strumento di qualità sia risolto con un semplice marchio. Renzi proponeva un sistema di ispezione... "Ma si tratta - obietta Anna Maramotti - di un'organizzazione che trova difficoltà di attuazione. troppe tensioni obbligano a procedere con molta cautela. Certo, la qualità non è questione di provenienza... Purtroppo ci sono tanti liutai impreparati". Ed allora? "Cremona possiede due importanti istituzioni universitarie, il Politecnico di Milano e la Facoltà di Musicologia. Bisogna dialogare con loro. Ci si potrebbe domandare , per esempio, perché non si sono sviluppati studi di acustica. Utilizziamo queste realtà per affermare una identità dal punto di vista culturale, piuttosto. E qui entra in gioco anche l'IPIALL ( foto a destra) che deve diventare una scuola di eccellenza, non può configurarsi come istituto professionale. Una licealizzazione che porti allo sbocco nella liuteria o nella musicologia o nella professione musicale, occorre prevedere una serie di insegnamenti che sfruttino effettivamente le doti e le qualità di ciascuno, una accademia liutaria con una formazione permanente". Intanto sono proseguiti e pressoché conclusi i lavori a palazzo Roncadelli Pallavicino. Sul Centro di Restauro degli Strumenti ad Arco, si sono inserite recentemente delle strane proposte. Aprire Palazzo Pallavicino ad altre pratiche di restauro... "Occorre innanzi tutto mettere insieme le forze economiche e scientifiche per far funzionare il Centro al meglio. Il Palazzo non è peraltro adatto ad altre funzioni se non a quella del restauro degli strumenti musicali. Per questa funzione è ideale, ma non ci sono gli spazi, ad esempio, per intervenire su grandi tele e così via. Con un ottimo lavoro di ripristino, nasce come Centro di Restauro degli strumenti musicali e tale deve restare, con un colpo di reni, ripeto, di tutti gli interessati, enti, istituzioni, la regione, lo Stato. Cremona deve sfruttare in pieno questa enorme opportunità, che è tale anche per il Paese". Le prossime apparizioni dell' ALI? "Saremo a Ferrara il 30 marzo. E qui annuncio che rilanceremo la Carta del restauro degli Strumenti Musicali aggiungendovi una serie di allegati che prevedano i criteri di restauro non solo degli strumenti liutari". A Cremona molte energie si sono concentrate nel Consorzio Liutai, che tuttavia ha sofferto e soffre , in una serie di vicende a volte positive, di altre non sempre esaltanti. "Avverto la necessità di aprire un dialogo. Bisogna anche chiedersi cosa accadrà alla Presidenza della Triennale se Bodini verrà eletto in Parlamento. La questione della successione è estremamente delicata". Il fine settimana attende il Consorzio Liutai a tre appuntamenti di rilievo: dall’esposizione dell’ASTA (Associazione degli insegnanti degli strumenti ad arco americana) di Kansas City in Missouri, alla fiera della musica “Disma Music Show” di Rimini e, infine, alla mostra “l’Italia della Repubblica 1946-2006” a Roma fino al 12 aprile. Paolo Bodini incassa secchi "no" sulla trasformazione dell'Ente Triennale degli Strumenti ad Arco in Fondazione
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Il senatore Bodini replica alla bocciatura(e perde le staffe...!)."Sapevate già tutto prima"
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Il primo no era giunto dal presidente della Provincia, Giuseppe Torchio, che, insieme al presidente della commissione cultura della Provincia, Sandro Gugliermetto, sollecitava «La necessità di aprire una discussione sull'argomento "Fondazione", che non può essere definito senza un approfondito passaggio istituzionale, con una presa di posizione motivata e possibilmente unitaria dell'intera assemblea elettiva della Provincia».
Tra le valutazioni fondamentali da fare l'inflazione di Fondazioni che si sta registrando nel territorio cremonese e anche «la possibilità di "aprire" l'istituzione, seppure in un lasso di tempo successivo, ai maestri organari, con specifico riferimento alla ricerca, formazione e attività di restauro».
Queste valutazioni hanno trovato subito l'appoggio del Gruppo Liutai della Confartigianato di Cremona, presieduto dal maestro Giorgio Scolari, (si tratta dell'associazione di categoria più numerosa in città, sono iscritti 77 liutai e 4 archettai su un totale di 126 botteghe attive a Cremona e iscritte all'Albo) e del presidente dell'Associazione Artigiani, Giuseppe Ferrari.
«Ha ragione il Presidente Torchio! - commentano in un comunicato dai toni a dir poco accesi- Non si possono esaminare "importanti provvedimenti" senza dibattito e senza un'approfondita discussione istituzionale. Se poi pensiamo che questi provvedimenti riguardano una sostanziale modifica statutaria dell'Ente Triennale, su scopi, soci e funzioni
dell'Ente, il dibattito dovrebbe essere esteso anche alle rappresentanze economiche e nello specifico ai diretti interessati».
Ha risposto Bodini:" Non è più possibile mantenere la forma di Ente Fieristico, ma siamo obbligati a scegliere la trasformazione in Associazione o Fondazione. Il concetto di trasformazione, pur prevedendo tempi più lunghi, comporta meno rischi: il patrimonio accumulato in trent'anni di attività rimarrà in possesso della Triennale».
Virginia Villa, direttore dell' Ente, ovviamente sostiene la tesi Bodini. Ma il no secco della Confartigianato ribalta una partita che Bodini credeva di aver già chiuso. Staremo a vedere gli sviluppi. Sappiamo dal sindaco Bodini che quando cavalca una idea non retrocede facilmente. Ma lo attende il Senato e questo fa tirare un sospiro di sollievo ai suoi oppositori. I quali puntano giustameent,(e meglio di quanto abbia fatto a suo tempo lo stesso Bodini a proposito del Torrazzo) anche a far iscrivere dall'Unesco la liuteria cremonese con azioni "collettive", nei Beni Immateriali e Culturali dell'Umanità. Perchè la liuteria è un bene di tutti - sostiene il presidente di Confartiginato - un plus valore che Cremona e la sua Provincia devono utilizzare al meglio. E' con questo spirito che l'Associazione che presiedo si sente e vuole essere coinvolta".