Un prezioso libro settecentesco nel doppio fondo di un cassetto della Farmacia Leggeri

Conosciamo farmaci, resine e persino i loro prezzi nella Cremona all'epoca di Antonio Stradivari


E' a tutti ben noto che la leggenda della vernice magica di Antonio Stradivari è una invenzione ottocentesca che ha trovato molta fortuna in epoca romantica e che si tramanda ancora oggi perchè le favole belle e misteriose hanno spesso maggior carisma della realtà. Il fondamentale studio di S.F. Sacconi I "segreti" di Stradivari (si notino le virgolette), ha tolto ogni dubbio al riguardo, il segreto non c'è. Si sa tutto della vernice diabolica che trasformerebbe in divino il suono degli "Stradivari". Si è tuttavia verificato un evento, qualche tempo fa, con la ristrutturazione della antica farmacia Leggeri in corso Matteotti a Cremona. Dal doppio fondo di un cassetto del bancone centrale è emerso miracolosamente un trattato di "Pharmacopea Augustana" edito nel 1734, cioè tre anni prima della morte di Stradivari. Considerata la sua data, certamente non può avere influito sulla produzione del genio, ma che diventa estremamente significativo perché in un facile latino elenca le specialità che si vendevano in farmacia all'epoca. E d'altronde anche oggi la farmacia Leggeri riceve ordinazioni da tutto il mondo di resine, sostanze coloranti, balsami usati per la verniciatura dei violini cremonesi.

La lettura del ponderoso volume diventa non soltanto una suggestiva immersione nelle conoscenze scientifiche di metà '700, ma anche un'occasione per rivedere e persino ritrovare materiali usati nella costruzione dei violini sin dai tempi degli Amati.

Il libro è da tempo studiato dal maestro Massimo Negroni, a suo tempo docente di verniciatura alla Scuola Internazionale di Liuteria, che ne ha dato annuncio a un convegno recentemente svoltosi a Rimini. Ecco, nella foto di Antonio Leoni, il libro "segreto", (questo sì...) riemerso dopo quasi tre secoli, insieme a boccette, vasi e altri strumenti della pratica farmaceutica che nella suggestione dei laboratori della farmacia Leggeri acquistano con l'intrigante colore dei vetri, il fascino di autentiche cassette di gioielli.

Lo studio del volume andrà ulteriormente approfondito. E' diviso in diversi capitoli: vi si elencano gli elementi farmaceutici base e i loro succedanei, i veleni e gli antidoti, le misure e persino i prezzi, il tutto elencato con la rigorosa precisione imposta dal Governo Austriaco che governava la Cremona dell'epoca. L'auspicio è che si faccia oltre alle copie ananastatiche già circolano, una edizione ragionata di questo volume che avrebbe il valore di un fantastico regalo per i tanti appassionati della materia.


Un momento molto particolare che esige interventi innovativi: assediata da una concorrenza in crescita (specie quella cinese), dai violini in scatola e dalla contraffazione delle etichette in internet, è necessario affilare le armi sul mercato mondiale: ecco la strategia di Anna Lucia Maramotti, che concede a "Il Vascello" la prima intervista dopo la sua elezione alla presidenza della prestigiosa Associazione Liutaria Italiana e non si nega a un esame a tutto campo delle problematiche

La nostra nostra liuteria al contrattacco, la sue armi saranno cultura e collaborazione con l'università

Viene anche sostenuta la necessità di una profonda trasformazione dell' Istituto Internazionale per l'Artigianato Liutario: occorre trasformarlo in una scuola di eccellenza con più sbocchi



di Antonio Leoni

Vive in una casa di via Stenico a Cremona, dove si affollano le testimonianze artistiche. Discende da una famiglia di schiatta assolutamente cremonese. I meno giovani ricorderanno, almeno per sentito dire, la famosa drogheria Maramotti che fu un riferimento immancabile di generazioni all'ombra del Torrazzo. Dalle finestre della sua casa, l'occhio va a Sant'Abbondio, lo splendido complesso monumentale degli Umiliati con il celebre chiostro bramantesco (che tra poco ospiterà il museo lauretano). Chissà se anche questa presenza ha ispirato i suoi principii: è donna all'apparenza timida e mite, ma è incrollabile, decisissima e combattiva nell'affermare i valori e il rigore che deve accompagnare l'operazione di tramandare l'opera d'arte attraverso il restauro (da qui un intervento fondamentale "Passato, memoria, futuro: la conservazione dell'architettura" per i Quaderni del Politecnico.).

Chi è la Presidente dell’ALI
Anna Lucia Maramotti Politi

 

Anna Lucia Maramotti Politi è la nuova Presidente della Associazione liutaria Italiana. E’ laureata in Pedagogia (Università Cattolica Sacro Cuore di Milano), Specializzazione in Filosofia Neoscolastica ( Università Cattolica Sacro Cuore di Milano), laureata in Architettura (Politecnico di Milano) Ha insegnato come docente di ruolo in lettere presso l’I.P.I.A.L.L. di Cremona.
Insegna Teorie e storia del restauro, come docente a contratto, presso l’Università di Ferrara - Facoltà d’Architettura, il Politecnico di Milano Campus Leonardo, la Facoltà d’Architettura sede di Mantova, l’Accademia S. Giulia di Brescia, l’Accademia Cignaroli di Verona.

L'ALI, presieduta fino al momento della sua scomparsa, nello scorso marzo, dall'architetto Sergio Renzi, conta ben 170 soci, 95 dei quali professionisti attivi in svariate località italiane mentre i rimanenti soci sono esperti o cultori della materia, scuole o conservatori, professionisti operanti all'estero.
Fra le finalità statutarie della Associazione Liutaria Italiana, nata nel novembre 1979, la diffusione della attività e della cultura liutarie, perseguite non solo attraverso l'assistenza e la tutela professionale dei propri iscritti ma anche attraverso la collaborazione o l'organizzazione diretta di ricerche, convegni, mostre e pubblicazioni relative alla liuteria antica e moderna a carattere sia nazionale che internazionale. Fra i fiori all'occhiello della attività degli anni scorsi la pubblicazione della rivista Liuteria, Musica e Cultura, da qualche tempo in standby.

In occasione dell'Assemblea si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo, dei Revisori dei conti e del Collegio dei Probiviri.
Consiglio Direttivo: Anna MARAMOTTI - Presidente, Luca PRIMON - Vice Presidente, Alessandro VOLTINI - Vice Presidente, Vinicio CANDONI - Segretario economo, Roberto COLLINI, Fiorenzo COPERTINI, Gio Batta MORASSI, Lorenzo MARCHI e Virginia VILLA.
Revisori dei conti: Stefano CONIA, Giorgio SCALMATI, Yves Bertrand DELISLE.
Collegio dei Probiviri : Gabriele CARLETTI, Nicola LAZZARI, Giancarlo PEDRETTI.

E' per queste posizioni di principio una personalità anche scomoda, ma preziosa, direi essenziale, in una città troppo remissiva ed accomodante, come dimostra la vicenda del restauro di San Sigismondo per trasformarlo in monastero, contro il quale ha espresso in un intervento nitido, garbato eppure inequivocabile (vai a leggere), la sua convinzione che il restauro deve essere conservativo e cioè che l'opera va salvaguardata al di là del giudizio estetico, concordando con Riegl quando afferma che l'oggetto va conservato a partire dalla constatazione che una sua perdita costituisce un impoverimento "in relazione alla capacità di colmare il nostro moderno bisogno artistico". Non a caso Anna Maramotti conclude il suo saggio sulla conservazione in architettura secondo lo schema di Riegl ovvero che "gli oggetti comunicano la propria consistenza ontica, la propria capacità testimoniale e quella d'uso. Questo schema permette d'operare le scelte più adeguate in campo di tutela".

Una personalità di questo spessore è stata recentemente eletta presidente dell'Associazione Liutaria Italiana perché ha maturato una esperienza straordinaria come insegnante per molti anni all'Istituto professionale Internazionale per l'Artigianato Liutario e del Legno, I.P.I.A.L.L. di Cremona, spalla a spalla con Sergio Renzi del quale ha condiviso tutte le battaglie.

Non poteva esserci scelta più adeguata perché la liuteria nostrana vive un momento molto speciale che esige nuove strategie ed aperture innovative a salvaguardia della propria qualità, il valore distintivo fondamentale.

Violini colorati e in scatola, ma anche false etichette di maestri cremonesi in strumenti che non valgono nulla ma venduti sulle reti internet, un mercato mondiale che cresce e che trova agguerriti concorrenti in molti paesi specie in Cina dove l'interesse per la musica classica ha aumentato la richiesta di strumenti di qualità alla quale rispondono i liutai locali, i problemi interni della liuteria italiana e di quella cremonese in particolare. Come far fronte ad uno scenario in rapido cambiamento ed evoluzione? Come deve reagire Cremona, capitale storica della liuteria mondiale? Anna Lucia Maramotti concede a "Il Vascello" la sua prima intervista, un panorama a tutto campo nel quale non si è negata di fronte ai problemi e che farà discutere. Un intervento che deve interessare non soltanto gli addetti ai lavori. La liuteria è il carisma di Cremona nel mondo.

E non sembra - affermiamo all'inizio di questa nostra intervista - che il problema dell'identificazione dello strumento di qualità sia risolto con un semplice marchio. Renzi proponeva un sistema di ispezione...

"Ma si tratta - obietta Anna Maramotti - di un'organizzazione che trova difficoltà di attuazione. troppe tensioni obbligano a procedere con molta cautela. Certo, la qualità non è questione di provenienza... Purtroppo ci sono tanti liutai impreparati".


Ed allora?

"Cremona possiede due importanti istituzioni universitarie, il Politecnico di Milano e la Facoltà di Musicologia. Bisogna dialogare con loro. Ci si potrebbe domandare , per esempio, perché non si sono sviluppati studi di acustica. Utilizziamo queste realtà per affermare una identità dal punto di vista culturale, piuttosto. E qui entra in gioco anche l'IPIALL ( foto a destra) che deve diventare una scuola di eccellenza, non può configurarsi come istituto professionale. Una licealizzazione che porti allo sbocco nella liuteria o nella musicologia o nella professione musicale, occorre prevedere una serie di insegnamenti che sfruttino effettivamente le doti e le qualità di ciascuno, una accademia liutaria con una formazione permanente".

Intanto sono proseguiti e pressoché conclusi i lavori a palazzo Roncadelli Pallavicino. Sul Centro di Restauro degli Strumenti ad Arco, si sono inserite recentemente delle strane proposte. Aprire Palazzo Pallavicino ad altre pratiche di restauro...

"Occorre innanzi tutto mettere insieme le forze economiche e scientifiche per far funzionare il Centro al meglio. Il Palazzo non è peraltro adatto ad altre funzioni se non a quella del restauro degli strumenti musicali. Per questa funzione è ideale, ma non ci sono gli spazi, ad esempio, per intervenire su grandi tele e così via. Con un ottimo lavoro di ripristino, nasce come Centro di Restauro degli strumenti musicali e tale deve restare, con un colpo di reni, ripeto, di tutti gli interessati, enti, istituzioni, la regione, lo Stato. Cremona deve sfruttare in pieno questa enorme opportunità, che è tale anche per il Paese".

Le prossime apparizioni dell' ALI?

"Saremo a Ferrara il 30 marzo. E qui annuncio che rilanceremo la Carta del restauro degli Strumenti Musicali aggiungendovi una serie di allegati che prevedano i criteri di restauro non solo degli strumenti liutari".

A Cremona molte energie si sono concentrate nel Consorzio Liutai, che tuttavia ha sofferto e soffre , in una serie di vicende a volte positive, di altre non sempre esaltanti.

"Avverto la necessità di aprire un dialogo. Bisogna anche chiedersi cosa accadrà alla Presidenza della Triennale se Bodini verrà eletto in Parlamento. La questione della successione è estremamente delicata".

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Una lettera significativa di Primo Pistoni:

Le patacche liutarie di ieri e di oggi, ma con internet il fenomeno diventa ancora più grave .

Il fine settimana attende il Consorzio Liutai a tre appuntamenti di rilievo: dall’esposizione dell’ASTA (Associazione degli insegnanti degli strumenti ad arco americana) di Kansas City in Missouri, alla fiera della musica “Disma Music Show” di Rimini e, infine, alla mostra “l’Italia della Repubblica 1946-2006” a Roma fino al 12 aprile.

Paolo Bodini incassa secchi "no" sulla trasformazione dell'Ente Triennale degli Strumenti ad Arco in Fondazione

Paolo Bodini, neo senatore ma per adesso ancora in veste di Presidente dell'Ente Triennale degli Strumenti ad Arco (con tristi prospettive di successione parimenti orientate dalla sinistra) ha una endemica tendenza a presentare le proprie idee come cosa fatta. Così adesso si ostina nel progetto di trasformare l' Ente in una Fondazione. Ma nell'assemblea dove è stata presentata una incompleta bozza dello statuto ha incassato una serie di no.

Il senatore Bodini replica alla bocciatura
(e perde le staffe...!).
"Sapevate già tutto prima"

Nella vita non bisogna mai finire di stupirsi: le notizie comparse in questi giorni sui giornali riguardo l’Ente Triennale mi hanno lasciato davvero perplesso anche perché denunciano incomprensibili disinformazioni, certamente non imputabili al nostro Ente.
Al momento del mio insediamento, un anno fa, l’assemblea dell’Ente approvava all’unanimità il mio documento programmatico nel quale figurava, tra gli altri punti, la modifica statutaria dell’Ente.
Credo faccia bene ricordare (a beneficio di chi legge sui giornali alcune discussioni senza avere adeguato background conoscitivo) che nel Consiglio di Amministrazione dell’Ente siedono, oltre al sottoscritto:
• L’assessore alla Cultura Gianfranco Berneri in rappresentanza del Comune
• Il presidente Giuseppe Torchio in rappresentanza della Provincia
• Il maestro Fausto Cacciatori in rappresentanza della Camera di Commercio
• Il dott. Raffaele Nuovo in rappresentanza della Fondazione Stauffer
Inoltre ciascuno di questi Enti ha altri due rappresentanti nell’assemblea nominati dai rispettivi responsabili e in due casi sono presenti i responsabili stessi (Presidente della Camera di Commercio e Presidente Fondazione Stauffer).
Nella assemblea è stata presentata una bozza di statuto, che aveva già fatto quattro passaggi formali in Consiglio di Amministrazione, proprio per iniziare un iter di discussione allargato.
E’ dunque evidente che tutti erano informati su che cosa si stava elaborando ed il problema degli organari era stato sollevato proprio dal Presidente Torchio in sede di CdA e incluso nella proposta di statuto nel comma 3 dell’Art. 2.
Credo sia utile sottolineare che proprio la modifica dello statuto, ora molto rigido e limitante, potrà permettere al nostro Ente di allargare il suo spettro di azione ed interessarsi anche di altre tipologie di strumenti così come mi pare sia richiesto da chi in questi giorni si è rivolto alla stampa, prima di sapere come realmente stavano le cose.
Al centro della mia azione (concetto ribadito anche nella relazione approvata all’unanimità) sta proprio il coordinamento e l’inclusione di tutti i soggetti interessati all’argomento liuteria ed in questo modo mi sono comportato in questo anno e conto di proseguire nel futuro.
Se nel frattempo alcune informazioni non sono pervenute a persone o categorie che comunque sono rappresentate all’interno dell’Ente, questo problema non può essere ribaltato sull’Ente stesso, ma risolto all’interno di ciascuna componente.
Nulla di rotto, comunque: sono sempre disponibile al dialogo purché si voglia essere costruttivi. Chiedo (forse troppo?) un po’ più di fiducia!
 
Paolo Bodini
Presidente Ente Triennale

Il primo no era giunto dal presidente della Provincia, Giuseppe Torchio, che, insieme al presidente della commissione cultura della Provincia, Sandro Gugliermetto, sollecitava «La necessità di aprire una discussione sull'argomento "Fondazione", che non può essere definito senza un approfondito passaggio istituzionale, con una presa di posizione motivata e possibilmente unitaria dell'intera assemblea elettiva della Provincia».
Tra le valutazioni fondamentali da fare l'inflazione di Fondazioni che si sta registrando nel territorio cremonese e anche «la possibilità di "aprire" l'istituzione, seppure in un lasso di tempo successivo, ai maestri organari, con specifico riferimento alla ricerca, formazione e attività di restauro».
Queste valutazioni hanno trovato subito l'appoggio del Gruppo Liutai della Confartigianato di Cremona, presieduto dal maestro Giorgio Scolari, (si tratta dell'associazione di categoria più numerosa in città, sono iscritti 77 liutai e 4 archettai su un totale di 126 botteghe attive a Cremona e iscritte all'Albo) e del presidente dell'Associazione Artigiani, Giuseppe Ferrari.
«Ha ragione il Presidente Torchio! - commentano in un comunicato dai toni a dir poco accesi- Non si possono esaminare "importanti provvedimenti" senza dibattito e senza un'approfondita discussione istituzionale. Se poi pensiamo che questi provvedimenti riguardano una sostanziale modifica statutaria dell'Ente Triennale, su scopi, soci e funzioni
dell'Ente, il dibattito dovrebbe essere esteso anche alle rappresentanze economiche e nello specifico ai diretti interessati».
Ha risposto Bodini:" Non è più possibile mantenere la forma di Ente Fieristico, ma siamo obbligati a scegliere la trasformazione in Associazione o Fondazione. Il concetto di trasformazione, pur prevedendo tempi più lunghi, comporta meno rischi: il patrimonio accumulato in trent'anni di attività rimarrà in possesso della Triennale».
Virginia Villa, direttore dell' Ente, ovviamente sostiene la tesi Bodini. Ma il no secco della Confartigianato ribalta una partita che Bodini credeva di aver già chiuso. Staremo a vedere gli sviluppi. Sappiamo dal sindaco Bodini che quando cavalca una idea non retrocede facilmente. Ma lo attende il Senato e questo fa tirare un sospiro di sollievo ai suoi oppositori. I quali puntano giustameent,(e meglio di quanto abbia fatto a suo tempo lo stesso Bodini a proposito del Torrazzo) anche a far iscrivere dall'Unesco la liuteria cremonese con azioni "collettive", nei Beni Immateriali e Culturali dell'Umanità. Perchè la liuteria è un bene di tutti - sostiene il presidente di Confartiginato - un plus valore che Cremona e la sua Provincia devono utilizzare al meglio. E' con questo spirito che l'Associazione che presiedo si sente e vuole essere coinvolta".

Le foto sono di Antonio Leoni e sono coperte da copyright ©


Pagina aggiornata alle ore 17:00:38 di Giovedì, 13 aprile 2006