Per presentare un libro e festeggiare il suo liutaio, ecco di nuovo sotto il Torrazzo un genio
"Cremona, ti mando un bacio: qui si respira musica"
Chi esprime quest'affetto è il grande Rostropovich
L'altra stella che ha fatto brillare la serata, in un salone dei quadri stracolmo, è stato il violinista Sergej Krilov, anch'egli tanto cremonese che ha quasi imparato il dialetto.
di Sandro Rizzi
Il Salone dei quadri del Palazzo comunale non è riuscito a contenere tutti gli appassionati di musica che sono stati richiamati dal ritorno di Mislav "Misha" Rostropovich. Il celebre violoncellista a Cremona è di casa.
Di più, dall'ottobre 2002 è cittadino onorario. E venerdì ha voluto essere nella "sua" città per festeggiare uno dei tanti amici, il liutaio greco-ungherese-cremonese Leonidas Rafaelian.
Luogo dell'incontro, appunto il Salone dei quadri, dove è stato presentato un elegante, ricco volume quadrilingue (oltre all'italiano, l'inglese, il cinese e il giapponese) intitolato "The Life and Connections of Leonidas Rafaelian", curato da Gualtiero Nicolini, uno che, come si dice, su liuteria e liutai "sa tutto" . C'erano ben due sindaci, quello in carica, Giancarlo Corada, e l'ex, Paolo Bodini, che ha raccontato di aver ospitato in casa sua Rostropovich il giorno in cui questi si trovò ad aver bisogno di un ambiente tranquillo per provare prima di un concerto al Ponchielli. Poi tutto il mondo, multilingue, della liuteria cittadina e di mezza Europa. Ma l'altra stella che ha fatto brillare la serata dedicata a Rafaelian è stato il violinista Sergej Krilov, anch'egli ormai tanto cremonese che ha quasi imparato il dialetto. Andrea Mosconi gli ha affidato "Il Cremonese 1715", gioiello della sempre più ricca collezione d'archi del Comune, e lui ha fatto fremere il pubblico interpretando prima una "Sonata per violino solo in onore di Bach" del tedesco Bruce Fox Lefriche poi, di Paganini, il "Capriccio numero 5". Mai sentiti applausi più convinti ed entusiasti nella sala che di norma ospita il Consiglio comunale.
Assistito da Camilla Danilcenko, russa di Bologna e fedele interprete (l'ha corretta soltanto una volta per un "violino" invece di violoncello), il maestro,nato nel 1927 a Baku nell'Azerbaigian poi naturalizzato svizzero, ha avuto parole affettuose per i due sindaci, quello che gli ha dato la cittadinanza e quello che l'ha ricevuto, e per la fantastica "grandiosa” Cremona: "Ho sentito tutti ripetere che sono onorati di avermi qui, ma in realtà sono io che mi sento emozionato ogni volta che sono invitato a venire in questa città che è la mia vita perché tutto è musica". La sua gioia sincera l'ha manifestata mandando baci con le mani e abbracciando con calore anche chi gli ha chiesto autografi. Ma lo si è visto commosso quasi alle lacrime soprattutto quando Krilov ha suonato Paganini: per il giovane musicista tre sonanti baci sulle guance sono stati l'elogio impagabile del più anziano e carismatico maestro: “La mia vita mi ha regalato il violoncello, il violoncello mi ha donato Stradivari e ora, ascoltando Krilov, ho pensato ai miracoli che si verificano nel mondo. Attraverso la sua esibizione, abbiamo infatti potuto ascoltare, a secoli di distanza, la viva voce di Stradivari, perché ogni strumento artigianale porta con sé la voce delle mani del suo costruttore. E questo è un miracolo che si rinnova ad ogni esibizione”.
Chiusa la parte ufficiale, una cena più intima al ristorante Duomo: dopo il pesce, Rostropovich ha accettato di farsi fotografare per "Il Vascello": “Fuori, però, - ha chiesto - perché sullo sfondo voglio ci sia la Cattedrale”. Un bel gesto di cremonesità. Grazie.
Le fotografie sono dell'autore dell'articolo, © Sandro Rizzi