Due decisioni che sconcertano la cultura cremonese

Un coraggioso intervento di Gianfranco Taglietti, membro della commissione toponomastica e preside per sette anni del Liceo Scientifico "Gaspare Aselli" (per... ora, ancora con questo titolo)

Giuseppe Ghisalberti, gran brava persona

Ma non vale Gaspare Aselli

Gaspare Aselli, scienziato

italiano di fama

internazionale

(Cremona, 1581-1626)

Professore di anatomia e chirurgia nell’Università di Pavia, il suo nome è legato alla scoperta dei vasi chiliferi, che ha aperto la via a successive acquisizioni scientifiche. E’ noto che il 23 luglio 1622, a Milano, si svolse una dimostra zione di notevole importanza, a conclusione di ricerche effettuate in precedenza. In presenza di personalità della Medicina di allora (siamo nel Cinquecento, non dimentichiamolo) Alessandro Tadino, Senatore Settala e Quirino Cnogler, l’Aselli ripetè l’esperimento che aveva già eseguito. Aperto l’addome di un cagnolino nel momento della digestione, dimostrò l’esistenza dei vasi chiliferi, che apparivano come fili bianchi nel mesentere. Fatta un’incisione con le forbici, ne scaturì un liquido lattescente. Data la giovane età in cui venne a morte, l’Aselli non poté portare a termine la sua scoperta, ma apri la strada allo studio completo del Pecquet.



Gaspare Aselli, nel ritratto alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano

Fu indubbiamente grande cultore di anatomia e di chirurgia. Alcune sue opere (’De venis’ e ‘Observationes chirurgicae’) non furono mai date alle stampe, mentre l’opera principale, ‘De laitibus sive lacteis venis’ fu pubblicata nel 1627, un anno dopo la sua morte, a cura degli amici presenti alla prima dimostrazione della scoperta.
Si attribuisce all’Aselli pure la scoperta dei rapporti tra i vasi chiliferi e le linfoghiandole mesenteriche nel cane (pancreas di Aselli)




La cerimonia di intitolazione dell'"Ex... Aselli" a Ghisalberti. Da sinistra il rettore della Cattolica Ornaghi, il presidente della Provincia Torchio, il sindaco Corada, il vescovo Lafranconi e l'autore del medaglione dedicato a Ghisalberti, lo scultore Paulli

Ghisalberti, l’avv. Ghisalberti: brava persona, brava, corretta, onesta persona,con qualche spunto di genialità; come amministratore è stato Presidente della nostra Amministrazione provinciale, ha promosso talune iniziative di rilievo (ricordo la via Paullese, almeno in parte; per qualche tempo la si chiamò “Ghisalberta”).
Buon cattolico, osservante, esempio di vita specchiata, senza macchie. Ci sono, tuttavia, vari gradi dl notorietà e di eccellenza. Ghisalberti è personaggio certo da ricordare, in ambito locale; è un cremonese da mettere in quadro, tale da erigergli un busto (c’e ne è già uno nella sala adiacente il salone del Consiglio provinciale, un altro, a quanto leggo, gli è stato offerto nel palazzo di via Milano, l’ex ospedale per la cura della tubercolosi, dove oggi ha sede l’Università Cattolica). Gli si può certo dedicare una via, una piazza, uno stand della Fiera, una manifestazione ricorrente; gli si può dedicare un convegno, con interventi autorevoli: le relazioni possono essere raccolte in un volume (e sulla copertina, il suo nome). Gli si può dedicare una colonia marina o montana per i nostri bambini (ammesso che sia ancora di moda: pensiamo al destino di alcuni edifici pubblici, persino in contraddizione con le scelte operative già scritte); gli si può intitolare una scuola nuova, un edificio pubblico, un salone..., tutto quello che si vuole. Rimane però pur sempre una gloria locale.

Non è da paragonare ad uno scienziato dalla fama nazionale; non lo si può paragonare a Realdo Colombo e neanche a Gaspare Aselli. Tanto meno avrebbe dovuto scalzare Aselli ed essere messo al suo posto.
Gaspare Aselli è un cremonese che ha raggiunto fama nazionale (o addirittura internazionale), il cui nome è su tutte le enciclopedie scientifiche.

Al Museo c’era un bel quadro (del Galelli?) che ora è stato dato la prestito (o in comodato, non so) alla Scuola che si onora del nome, al Liceo Scientifico, appunto, a cui il nome ben si addice, ché era giusto ricordare il nome di uno scienziato in un istituto scientifico.
Ho sentito che in via Milano lo si è già sostituito con il nome di Ghisalberti, che fu certo bravo avvocato, bravo amministratore (già lo si è detto), ma che nulla ha scoperto di importante. A via Milano si apprende, ad alto livello: dunque la attribuzione restava pertinente. L’ex come si scriveva normalmente parlando di questo stabile, non era riferito a Gaspare Aselli, come è ovvio, ma alla funzione di ospedale.
Chi ha avuto l’originale idea? E come questa persona ha imposto tale sostituzione senza prima passare al vaglio dei cittadini? Con quale autorità?
Direi che la Commissione per la Toponomastica cittadina poteva anche essere interpellata, visto che tale Commissione non si occupa solo dei nomi delle strade. Direi che delle persone oneste non si devono fare miti. Essere onesti non è merito particolare. Non essere ladri non è mai stato una virtù. E i cittadini che vengono eletti alle supreme magistrature non devono farsi promotori di onorificenze ai propri correligionari. Se è a Torchio che si deve questa iniziativa, debbo dire che Torchio ha sbagliato. se è Corada, altrettanto, se a tutti e due, resto sbalordito.

Anche Rebecchi, ad esempio, è stato un buon Presidente della Provincia; facciamolo Commendatore o Gran Croce, se commendatore lo è già, ma non eleviamolo alla santità. E Corada? Quando non sarà più tra i vivi, gli verrà intitolata piazza Stradivari? Certo sto parlando per paradossi, ma ci sono delle notizie che fanno perdere la serenità.
Qui non si tratta di ‘tiira-indré’ o di ‘tiiraavanti’, si tratta di...senso della misura.
Io per sette anni sono stato preside dell’ “Aselli”: non vorrei che Ghilardotti, per analogia e... par condicio con quel che è successo in via Milano, diventasse preside del “Ghisalberti”.

Gianfranco Taglietti



Intitolare i Giardini a Giovanni Paolo II? Siete d'accordo?

Potrebbe essere rinviata la manifestazione di attribuzione dei giardini al Papa prevista per il 2 aprile e che ha per gran cerimoniere Beppe Ceraso. C'è qualche impiccio (ed anche una questione di buon gusto) nella decisione di intitolare i Giardini di Piazza Roma a Wojtyla.Noi esprimiamo la norta ammirazione per questo Papa . Ma proprio qui si doveva scegliere? Un cippo recita:"Dove furono convento e tempio della inquisizione domenicana, volle amenità di piante e fiori il municipale consiglio". 1878". C'è una evidente contraddizione di termini e di valori rispetto alla decisione assunta a suo tempo dal comune di Cremona. Si dice che la smentita al parere dei nostri avi che si richiamavano alle crudeltà e alla intolleranza religiosa di quel tribunale è un gesto dovuto a Giovanni Paolo II che ha chiesto perdono, ma la storia non si cancella e valesse il discorso del pentimento allora dovremmo chiamare Mathausen "Villa Fiorita", e Auschwitz "Il Giardino d'inverno". Intanto si continuano a rinviare le intitolazioni di vie cittadine a Protti, Montaldi o Pasolini. Nel clima di epurazione, casca dentro, poveretto, anche Gaspare Aselli al quale era dedicato lo stabile di via Milano che adesso ospita l'Università Cattolica: il vecchio Gaspare , tapino a sorpresa e finito fuori moda, ha solo la colpa di illustrare da quattro secoli in tutto il mondo la memoria della scienza medica a Cremona. Al suo posto va una brava persona, Giuseppe Ghisalberti che oltre tutto era anche democristiano il che fa pensare sotto le elezioni a un omaggio demagogico e interessato: per lui non bastava la lapide?. Siamo di fronte a una Cremona che con questi gesti perde credito, sfasciadosi nella demagogia e nella sottocultura, due attributi che davvero non merita. La città può farsi riconoscere e valere per ben altro.




A Cremona oggi c'è Cutro. Beppe Ceraso, persona ammodo e molto socievole (nella foto), è diventato un esponente di primo piano della Margherita. E' lui che detta i tempi in consiglio comunale. Nella generale caduta dei valori e delle ideologie, il suo modo di fare è diventato norma. In lui c'è la prevalente concezione meridionale della politica (lasciamo da parte Sturzo: a Catanzaro qualche anno fa ho visto la gente in coda davanti alla casa di un onorevole, occorreva la raccomandazione per avere alla svelta il certificato di nascita).


Beppe Ceraso, il protagonista della campagna per intitolare i Giardini di Piazza Roma a Papa Wojtyla

La politica dalle sue parti, per tradizione consolidata oggi felicemente esportata e diffusa al nord, è soprattutto favore. Non diamo a questo termine il tono dispregiativo che spesso lo accompagna. Il favore , in se stesso, non è un reato. Beppe Ceraso, ad esempio, è assai più vicino alla gente di molti esponenti nordici dei partiti. Fare un favore significa ascoltare chi lo richiede. E se occorre raccomandare, che male c'è? Può essere un'opera buona e persino meritoria se chi sta in alto non si accorge delle qualità del raccomandato.
Ceraso è una persona onesta, onestissima. Ha costruito la sua fortuna politica, suonando i campanelli. Prima quelli degli emigrati da Cutro, poi quelli dei loro vicini di casa, infine anche quelli dei parenti che risalivano la penisola per andare a trovare qualche congiunto un po' troppo ristretto a Cà del Ferro. Memorabile la sua battaglia per portare a certe ore i bus anche al carcere, che dista di molti chilometri dalla stazione ferrovia. Nulla da dire. E' una battaglia da condividere. In galera non ci sono mica i parenti.
La politica del favore, a Cutro e qui, è a doppio binario, ovviamente. Mi sono guadagnato la stima? Tiro a casa tanti voti? Le mie preferenze fanno impallidire i concorrenti? Anch'io merito il mio favore. Così Beppe Ceraso è ben piazzato anche come vice presidente dell'autostrada, è un sostenitore accanito di tutte le infrastrutture, buone o cattive che si vogliano realizzare in città o sul territorio e coglie con fiuto le opportunità al punto che si è pesino rifiutato di fare l'assessore.

E, allora, morto Woityla in odore di santità, chi ha preso la palla al balzo? Beppe Ceraso, ovviamente. Intitoliamo a Giovanni Paolo II i Giardini di piazza Roma. Si poteva dir di no? In consiglio comunale e altrove si nega un favore al Papa ed a Beppe Ceraso? Voto all'unanimità. Tale anche in commissione toponomastica con qualche perplessità, se non andiamo errati, di Gianfranco Taglietti.

Perplessità per quale ragione? Innanzitutto per una ragione di buon gusto. Abbiamo santificato i giardini pubblici smentendo i nostri avi. Recita il cippo sovrastato da una bella fioriera: "Dove furono convento e tempio della inquisizione domenicana volle amenità di piante e fiori il municipale consiglio". 1878".
Sotto i portici del Comune ci sono molte scritte anticlericali che sono espressioni di un tempo che stimava poco il trasversalismo e ignorava il cattocomunismo. le Lapidi resistono, opportunamente. E speriamo bene.


Bodini sindaco, ci fu in consiglio comunale la proposta di rendere più leggibile la lapide che ricorda l'abbattimento di San Domenico e la costruzione die Giardini Pubblici. La mozione venne accolta e fatta propria dalla Giunta, ma poi nessuno ha provveduto. E oggi il cippo reca la scritta quasi illeggibile. L'inquisizione fa ancora paura?

La questione di buon gusto. Perché Ceraso e con lui tutti gli altri epurano la memoria? Non fanno un torto allo stesso Giovanni Paolo II che non ha dimenticato? Che senso ha, cosa c'entra dire che Giovanni Paolo II si è pentito ed ha chiesto scusa? Allora perché i tedeschi si sono pentiti e se Dio vuole si vergognano, Auschwitz la chiamiamo "Giardino d'inverno" e Mathausen "Villa Fiorita"? La storia ha i suoi passi e una dignità dell'evento che il perdono non cancella. Per i Giardini Pubblici , oltre tutto, sono andate giù persino le mura dell'attuale Trento Trieste. Debbono averci pensato bene i nostri avi, che oggi epuriamo senza il minimo scrupolo.
C'è un secondo dettaglio. La legge stabilisce che per attribuire una via a un personaggio morto da meno di dieci anni occorre la autorizzazione ministeriale, inoltrata attraverso il Prefetto. L'hanno chiesta o siamo andati tanto al chilo, chi negherebbe una via o una piazza, come hanno fatto in tanti, al papa, anche se - particolare non trascurabile - è oltre tutto capo di Stato straniero? (Anche per questa specifica ci sono delle disposizioni). L'Italia è in occasioni come questa il paese delle leggi un tanto al chilo, figuriamoci. In Germania non sarebbe andata così, sentite le lamentele di Martin Lutero. Ma lasciamo perdere.

Ceraso è della Margherita e a Roma un giorno o l'altro col favore di qualche Vescovo potrebbe capitarci.
Noi rispettiamo Giovanni Paolo II. E gli abbiamo dedicato pagine deferenti, tanto perché non ci siano dubbi.
E' il modo che ancor ci offende. E' l'epurazione del passato che non è accettabile, la cancellazione della storia che non si può ammettere, siamo di fronte a un modo di agire che ha un nome: il favore diventa demagogia.
Si epura lo scomodo, si santifica il comodo..
Non ha una via Aldo Protti: il referendum è ancora in corso, con una netta prevalenza dei no. Ma non hanno nemmeno una via Danilo Montaldi e neppure una targa dove ha abitato, Pierpaolo Pasolini.
Un bel clima da Santa inquisizione, quella che si esercitava ai Giardini Pubblici, altro che.

Passano i Santi, gli altri al rogo.



SONDAGGIO
E' giusto intitolare
una via di Cremona
ad Aldo Protti?

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Alla fine che succede? Epura di qui, esalta di là, si scade nel ridicolo. Accade persino che nel marasma e nella confusione generale, ci va di mezzo, nientemeno che Gaspare Aselli al quale era intitolato lo stabile dove adesso alberga l'Università Cattolica. Hanno deciso che a Gaspare Aselli può bastare una via, un tempo abbastanza malfamata.

Gaspare Aselli è nella storia della medicina. Personaggio di fama internazionale, citate nelle enciclopedie di tutto il mondo. Lo hanno tirato giù dal piedestallo. Sopra ci hanno messo Ghisalberti, brava persona intendiamoci. E per di più democristiano.
Ma qui, meno male, pare che Ceraso non c'entra. Se ne son vantati Torchio e Corada, i cattoexcomunisti. Così va il mondo.

Post scriptum - La cerimonia per intitolare i giardini pubblici a Giovanni Paolo II doveva svolgersi il 2 aprile.Forse sarà rinviata. Per non interferire con le elezioni (ma non è un omaggio alla santità del papa: che c'entra, allora?). O forse si rimanda perché uno sparuto gruppo di laici promette di protestare. I laici ( quelli veri, siccome laici sono diventati in molti, adesso quelli doc li chiamano laicisti) sono una razza in via di estinzione. Lasciamoli morire. O che non diano nell'occhio.





La pagina è aggiornata alle ore 10:58:08

di Dom, 5 mar 2006




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